Francesco Mucci: «Il desiderio di raccontare storie è diventato il mio vero obiettivo»

di Maddalena Villano

Il giovane sceneggiatore e regista a ilSud24: «Il prossimo passo sarà un lungometraggio»

Francesco Mucci, giovane sceneggiatore, regista e docente racconta come, tra cinema e insegnamento, porta avanti una visione dell’arte come impegno rigoroso, in cui ogni progetto diventa un lavoro meticoloso nonostante oggi si viva in un mondo in cui spesso la creatività sembra essere ridotta a un trend digitale.

Porta questi valori anche tra i banchi di scuola cercando di trasmettere la stessa dedizione ai suoi studenti: «C’è bisogno di empatia e tanta pazienza, ma soprattutto di restare vicino al loro mondo».

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Francesco, figlio degli attori Nunzia Schiano e Niko Mucci, figure di spicco nel panorama teatrale e cinematografico italiano, racconta come la sua infanzia trascorsa in un ambiente artistico abbia influenzato il suo percorso, ma anche le difficoltà e le sfide che questo comporta. In questa intervista, ci parla della sua visione creativa, dei suoi progetti futuri e del suo ruolo di insegnante in un liceo artistico.

Crescere in una famiglia d’arte

«Ho sempre vissuto l’arte come una vera e propria professione. Ho respirato fin da piccolo l’aria del teatro e del cinema, ma con una visione ben definita: l’arte non come hobby, bensì come una professione che richiede sacrificio e dedizione. L’etica del lavoro è il valore più grande che ho ereditato», spiega, sottolineando l’importanza della fatica e della disciplina nel suo percorso creativo. «Se inizialmente la musica è stata la mia prima passione, successivamente mi sono avvicinato alla scrittura, prima per i fumetti e poi per il cinema. Il desiderio di raccontare storie è diventato il mio vero obiettivo», confessa.

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Il cinema, una scelta inevitabile

Quando gli viene chiesto se abbia mai considerato un’altra strada, risponde senza esitazione: «Ho sempre saputo che avrei fatto questo. Forse, per un periodo, ho pensato di studiare psicologia, ma era più una necessità personale. L’arte è fatta anche di sofferenza, ma non ho mai pensato di fare altro. La passione per la narrazione mi ha portato verso la regia e la scrittura cinematografica, anche se il processo creativo del cinema è spesso segnato da lunghi periodi di attesa e rifiuti. Se potessi, vivrei di videoclip musicali, ma è un mercato complicato», riflette, ricordando il legame viscerale che la musica continua ad avere con il suo passato.

Il rapporto personale e professionale con Nunzia Schiano

«Lavorare con mia madre non è sempre facile. È l’unica persona con cui mi arrabbio sul set», scherza, spiegando: «Entrambi condividiamo un forte desiderio di fare bene le cose, frutto di un’educazione basata sull’etica professionale. Collaborare insieme, come accade spesso a teatro e sul set, richiede però un equilibrio delicato tra il legame personale e quello professionale. Alla fine, sul set dobbiamo stabilire confini ben precisi per il bene del lavoro».

Insegnare cinema ai giovani: una sfida continua

Oltre al suo impegno nel cinema, Francesco Mucci insegna al Liceo Artistico Donato Bramante, dove cerca di trasmettere ai suoi studenti l’amore per l’arte cinematografica. «Ogni anno è una sfida. Spesso i ragazzi sono distratti dai social e poco inclini a fare ricerche autonomamente. Tuttavia, l’approccio empatico mi permette di creare un legame speciale con loro. «Bisogna ascoltare i giovani con le loro orecchie, non con le nostre. Il ruolo dell’insegnante non è quello di imporre conoscenze, ma di scoprirle insieme agli studenti». La sua visione dell’insegnamento è ambiziosa: «Vorrei dedicare tre anni solo a far vedere film e a farli analizzare, ma il sistema scolastico non lo permette» dice Mucci.

Il futuro: un lungometraggio all’orizzonte

Guardando al futuro, confessa: «Ho tanti progetti nel cassetto… chiaramente è difficile perché io dico spesso: finalmente ho esaudito il mio sogno da bambino; sono diventato Bruce Wayne!» afferma scherzosamente. «Di giorno faccio un lavoro e il pomeriggio indosso la maschera di Batman, o viceversa. Questo, ovviamente, rende anche complicato il potermi mettere al tavolino a scrivere. Col corto ci sono riuscito, con un lungometraggio sarà più difficile; ma sarà sicuramente il prossimo passo».

In un percorso creativo che spazia tra musica, cortometraggi e insegnamento, Francesco Mucci continua a coltivare la sua passione per l’arte con un forte senso di disciplina e dedizione. Non resta che aspettare di vedere quali altre storie deciderà di raccontarci sul grande schermo.

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