Un tesoro neogotico da proteggere nel cuore della città
«Vedi Napoli e poi muori» disse lo scrittore ed autore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, rivolgendosi a tutti coloro che non avevano ancora avuto modo di immergersi nelle meraviglie della città di Partenope; tra i tesori spicca sicuramente Villa Ebe. La struttura, chiamata anche Castello di Pizzofalcone, è un edificio neogotico che sorge in cima alle antiche rampe di Pizzofalcone, nel quartiere San Ferdinando.
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Storia e curiosità su Villa Ebe, il Castello di Pizzofalcone a Napoli
Fu costruita nel 1922 dall’architetto e urbanista Lamont Young che, circa vent’anni prima, si era occupato dell’edificazione del castello Aselmeyer. Prese il nome di «Castello Lamont» e, inizialmente, era composto da due edifici distinti che fungevano uno, il lato di villa Ebe, come residenza personale dell’architetto; l’altro invece ospitava la famiglia Astarita.
Quest’ultima parte del complesso, andò definitivamente distrutta da un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale. Il nome originale mutò nel corso degli anni, divenendo appunto «Villa Ebe», nome della moglie di Young, Ebe Cazzani la quale continuò a dimorarvi, con il nuovo marito e architetto Camillo Guerra, anche dopo il suicidio del marito avvenuto nella stessa residenza, fino al 1970. In seguito, i suoi eredi ne alienarono la proprietà al comune di Napoli nel 1997.
I simboli di Villa Ebe: sole, luna e mare
All’ingresso principale c’è un portone ormai corroso dal tempo, sopra il quale campeggia un’iscrizione dove un sole d’oro prolunga i suoi raggi ondulati verso una luna, altrettanto dorata, che si adagia sulle onde del mare, quasi come se fosse da esso cullata. Il sole, adorato come divinità dalla maggior parte dei popoli antichi, simboleggia la saggezza, l’amore e l’intelletto. Il sole rappresenta la parte maschile dell’esistenza, simbolo di origine e ragione, che illumina le menti più bui. Con i suoi raggi abbraccia la luna, espressione del femminile, la madre che con il suo ciclo regola le attività della vita; simbolo di oscurità e di mutabilità.
Nella simbologia massonica l’accostamento sole – luna simboleggia la dialettica degli opposti, l’alternanza e l’equilibrio del giorno e della notte, della luce e dell’oscurità, del bianco e del nero, del maschile e del femminile. Il mare rappresenta la vita, ma allo stesso tempo potrebbe essere anche un richiamo alla città di Napoli; dall’acqua ha origine il mondo. L’acqua è simbolo di purezza e di rinascita spirituale liberando l’anima dalle impurità. I simboli sole – luna – mare sembrano esplicitare anche i tre appellativi che Lamont Young attribuisce a sé stesso: utopista, inventore, ingegnere.
Il destino indegno
Nonostante la sua bellezza, la villa ha avuto un ingiusto destino; infatti, il gioiello dell’architetto fu abbandonato, tanto da diventare la dimora dei senzatetto. L’idea di abbatterla e di farne un parcheggio non piacque all’artista Pasquale Della Monaco e nel 2000 riuscì ad ottenere per la villa il vincolo culturale, proponendo diversi progetti di restauro. Ma tre giorni prima dell’inizio dei lavori, un incendio doloso la danneggiò profondamente devastandone le sale interne e distruggendo completamente l’incantevole scala elicoidale. L’elemento di spicco della villa rimane pertanto la torre quadrata con contrafforti ottagonali in pietra vesuviana con finestre ad arco poste sui tre lati della stessa.
Nel 2005 sono stati proposti vari progetti di rivalorizzazione, proposte di finanziamenti europei, osservazioni preliminari dell’UNESCO, anche se, finora, nulla è cambiato. Il 7 maggio 2021, fu eseguito un decreto di sequestro preventivo su richiesta della pm Ludovica Giugni, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli poiché l’edificio, oltre ad essere occupato abusivamente, era anche sul punto di crollare. Nonostante le varie iniziative proposte, la villa versa ancora in stato di totale abbandono e ciò idigna tutti gli orgogliosi cittadini che amano preservare le ricchezza della loro città.
Misteri e leggende di Villa Ebe: il fantasma di Lamont Young
Tale sdegno ha favorito la nascita della leggenda secondo la quale un’ombra si aggirerebbe sulla terrazza di Villa Ebe nelle fredde e buie notti d’inverno. Qualcuno sostiene sia l’ombra del fantasma di Young, irritato per il modo in cui la sua città ha trattato una delle sue più ammirevoli creazioni.
Per i più scettici, si tratta delle sagome degli ospiti abusivi che si aggirano indisturbati nelle sale, ormai in rovina, di un pezzo di storia e di bellezza. Qualunque sia la verità è giusto che un edificio di tale maestosità venga protetto e custodito affinché, assieme alle altre meraviglie che possediamo, possa continuare a rendere unica la nostra città.
Nel 2023 è uscito il film documentario «il sogno di Lamont Young» prodotto e diretto da Francesco Carignani. Anche grazie al successo del documentario, Villa Ebe torna sotto i riflettori dei media.