Quando il giovane ras Granillo fu fermato con una pistola in una Smart insieme ad altre 5 persone

di Enrico Biasi

L’arresto risale al febbraio del 2023. Il gruppo fu intercettato dai carabinieri all’Arenella. Uno indossava un giubbotto antiproiettile

L’accusa per Ciro Granillo è quella di armi. L’ultimo arresto del figlio naturale del boss Ciro Grimaldi di Soccavo risale al febbraio del 2023. Fu bloccato nel quartiere Arenella dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia Napoli Vomero con l’accusa di porto abusivo di arma clandestina, aggravato dal metodo mafioso.

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I militari fermarono a bordo di un’auto a via Gabriele Jannelli all’altezza dell’ingresso Tangenziale. Con lui un 44enne napoletano già noto alle forze dell’ordine che indossava un giubbotto antiproiettile e altre 4 persone di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Il controllo alla circolazione stradale si trasformò in qualcosa di più particolare perché i carabinieri conoscevano quelle persone e decisero di controllarle.

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Il 31enne fu perquisito e fu trovato in possesso di una pistola Beretta pronta a sparare calibro 9×21 con matricola abrasa e 10 colpi nel caricatore. L’arma fu presa e sequestrata. Stessa sorte anche per il giubbotto di protezione che indossava il 44enne.

Il gruppo in una Smart

Il dettaglio particolare è che i sei viaggiano non a bordo di un Suv bensì su una Smart. Tre seduti nell’abitacolo mentre gli altri, stretti nel portabagagli. Cinque di loro, compreso Granillo, erano pregiudicati, mentre solo uno non compariva negli schedari delle forze dell’ordine. La sorpresa più grande, però, arrivò nel corso delle perquisizioni personali. A finire nei guai fu Granillo, trovato in possesso di una semiautomatica con la matricola abrasa e dieci proiettili nel caricatore.

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L’episodio lasciò insoluti diversi interrogativi. Innanzitutto, la presenza dei sei uomini nella zona dell’Arenella. Su quel punto gli investigatori dell’Arma azzardarono l’ipotesi che potessero essere reduci da un summit di camorra con esponenti di altre organizzazioni. Questo spiegherebbe perché il 44enne si fosse cautelato con un giubbotto antiproiettile nel caso in cui l’incontro si fosse rivelato una trappola. Perché la Smart? Anche su questo punto gli investigatori si limitarono ad alcune ipotesi. La più accreditata fu quella che immaginava che il gruppo viaggiasse su due veicoli, ma che uno di questi, per motivi sconosciuti, li avrebbe lasciati a piedi.

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