Il progetto vuole rafforzare le regioni meridionali e le sue eccellenze accademiche
«Il Piano Sud è un progetto destinato a dare continuità ai fondi del Pnrr, perché sono fondi cospicui ma è come un doping. Dopo il 2026 se non diamo loro continuità andiamo in crisi di astinenza quindi facciamo peggio, allora dobbiamo strutturarci fin d’ora. Il piano Sud che noi stiamo facendo adesso, che si ricollega ovviamente al piano strategico che il governo sta facendo sulle zone Zes, è un piano che prevede l’utilizzo all’80% dei fondi di coesione sul Sud. Il che significa portare ricerca al Sud e c’è già, molto più di quanto si immagini. C’è tanta capacità, tanta prospetticità e adesso anche gli investimenti che possono fare del Sud il nuovo protagonista del futuro». Così la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, nel corso di un’intervista al Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
Il Piano d’Azione Ricerca Sud è un’iniziativa che «punta trasformare il Mezzogiorno in un hub di eccellenza per la ricerca e l’innovazione. Il progetto vuole rafforzare le regioni meridionali e le sue eccellenze accademiche attraverso investimenti e una stretta collaborazione tra università, imprese e istituzioni. Il Piano si inserisce in un quadro più ampio di politiche di sviluppo economico e sociale, con l’obiettivo di rendere il Sud Italia competitivo a livello nazionale e internazionale grazie a programmazione che raccoglie e valorizza l’esperienza del ministero». È quanto si legge in una nota del Mur sulla presentazione del progetto.
«A beneficiarne – prosegue il comunicato – saranno gli studenti, con la creazione di una rete tra gli atenei e il tessuto produttivo locale per garantire una migliore offerta didattica e il trasferimento di competenze tecniche a favore delle università. Il Piano è un motore per lo sviluppo economico del Paese e sarà promosso anche attraverso la collaborazione tra pubblico e privato, con progetti di ricerca di alta qualità capaci di trattenere talenti e risorse nel Sud. Inoltre, verranno potenziati gli asset infrastrutturali già esistenti grazie ai fondi stanziati dal PNRR e dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027».