Il 51enne Mario Casillo arrestato dalla polizia con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Incastrato dalle denunce
Lo hanno preso mentre in tasca aveva ancora i soldi della tangente appena presa. È finito così in manette Mario Casillo, 51 anni, arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, perché ritenuto inserito nei Fabbrocino.
L’arresto è avvenuto all’esito di servizi di osservazione svolti da personale della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di San Giuseppe Vesuviano, dopo aver ricevuto informazioni dalle vittime delle ripetute pressioni estorsive da parte dell’esattore.
Casillo è stato sorpreso all’esterno di un bar subito dopo aver ricevuto dalla vittima la somma di 2000 euro da lui pretesa. Quando gli agenti lo hanno fermato, aveva ancora i soldi in tasca. Finì in manette per lo stesso reato nel 2021.
Gli agenti di San Giuseppe Vesuviano e quelli della Squadra Mobile della Questura di Napoli diedero esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Dda, dal gip del Tribunale di Napoli. L’accusa era quella di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Secondo le indagini, supportate dall’analisi di sistemi di videosorveglianza e dalle dichiarazioni di persone informate sui fatti, Casillo – già condannato in via definitiva per reati della medesima natura nell’ambito di pregresse indagini relative al clan Fabbrocino – nel mese di febbraio 2019 era sospettato di aver commesso atti estorsivi, sotto la minaccia di un’arma da fuoco, nei confronti di un imprenditore impegnato nella realizzazione, a San Giuseppe Vesuviano, di alcune rotonde stradali, lavori finanziati con fondi dalla Città Metropolitana.