A tu per tu con l’artista | Gatto Panceri: una vita di successi

Il cantautore si racconta a ilSud24: Sanremo, Mina, il nuovo album

Classe ‘62, Gatto Panceri, pseudonimo di Luigi Giovanni Maria Panceri nasce a Monza, crescendo con la madre a Concorezzo, proseguendo poi gli studi al Conservatorio di Milano dove si diploma in chitarra, armonia e composizione. Cantautore, vanta innumerevoli successi che hanno firmato milioni di ascolti, di vendite in tutto il mondo sia per se che per terzi. Tra pochi mesi l’uscita del nuovo album. L’artista si racconta a «ilSud24».

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Il cadeaux di Gatto Panceri: Un qualunque posto fuori o dentro di te

Uno dei primi regali che Gatto Panceri dona al pubblico nasce nel 1992, con oltre 50.000 copie vendute ad oggi. «Un qualunque posto fuori o dentro di te». Gatto Panceri ce ne racconta le radici per poi arrivare alla riconferma di un brano dalle ramificazioni salde.

«Un qualunque posto fuori o dentro di te, è stato proprio uno dei primi brani che ho scritto nato su una panchina del paese dove sono cresciuto, Concorezzo. Andavo sempre in quel parco perché il verde mi ha costantemente ispirato. Era sotto casa dove vivevo con mia madre. È nata naturalmente prima la musica, questa melodia che poi è quella della canzone e poi il testo molto voluto, per un innamoramento verso una mia allieva di chitarra».

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«Non gliel’ho mai detto ma erano le cose che avrei voluto comunicarle. La differenza d’età, un crescendo verso una maturità concreta e la ricerca nel posto di un cuore, nel cuore di qualcuno che vorresti sentire nelle parti meno pensate ma più volute della sua prima intimità, non soltanto nel sentimento in se».

«Un amore ricercato che non è stato poi consumato quindi forse per quello che è così struggente ma la cosa particolare è che quest’anno, nel pomeriggio del 18 maggio,a Villa Zoia la cittadinanza, guidata dal Sindaco di Concorrezzo Mauro Capitanio, ha inaugurato una panchina musicale su cui c’è scritto il testo della canzone. Una bella soddisfazione, perché è un po’ come certificare che lì è nata una canzone che, ancora adesso è gravità. In un mondo musicale dove magari le canzoni durano una stagione, un’estate, questa ha più di trent’anni, però ancora viene ricordata, suonata nei miei concerti,e cantata con quell’aria che proprio la canzone vuole esprimere»

Il debutto di Gatto Panceri e la conferma: dal cantautore all’autore

Il debutto di Gatto Panceri avviene a Sanremo nell’86 con il brano «Scherzi della vita» prodotto da Cassano e Rossi, nell’87 «A cento metri da casa (Q-Disc)», nell’89 «Il suono del gatto», definite dall’artista opere giovanili, di crescita, servite a trovare il proprio stile fino ad arrivare all’album in cui ancora oggi si riconosce a pieno «Gatto Panceri»,che sarebbe la ristampa del suo primo disco «Cavoli amari» uscito nel 1991 con l’aggiunta dei brani «L’amore va oltre» e «La ragazza colombiana».

Facendo un passo indietro, l’artista si conferma anche come autore verso terzi, piazzando un brano ad una delle colonne portanti della musica italiana. Nell’89, il demo di una sua canzone arriva a Mina, che decide di inciderla nell’album Uiallalla e tanti altri artisti che Gatto Panceri cita durante l’intervista. È il caso di dire che le canzoni di Gatto Panceri non hanno età perché da 25 anni uno degli evergreen mondiali quale «Vivo per lei» risulta sempre in vetta alle classifiche di tutto il mondo.

«In quegli anni, oltre al contratto appunto da cantante con la Universal, dopo le prime esperienze, si è aperta anche la strata dell’autore, grazie a Mina. Ascoltando il provino che le mandai, proprio sulla cassetta, Lei decise di cantarlo. Da quel momento, colui che oltre ad avere all’attivo un Sanremo nel ‘96, ed era stato prodotto da Patrick Dijvas e Franz Di Cioccio della PFM, non era più solo un cantautore ma anche un autore. Mina mi ha aiutato ad aprire anche la carriera d’autore, che poi continua ad andare avanti».

«Da Giorgia a Morandi, Siria, Massimo Ranieri, Paolo Meneguzzi, Fausto Leali, Mietta, Bocelli per cui ho scritto anche il brano “Sempre, sempre” inserito nel plurivenduto album “Romanza” e “Vivo per lei” quest’ ultima, riproposta in questi giorni attraverso l’uscita di una nuovo una versione del brano cantata appunto da Andrea Bocelli insieme a Karol G in una versione spagnola, scalando di nuovo le classifiche mondiali e che dopo questi risultati, mi ha portato a diventare socio SIAE. Tutto però, partito da Mina, che oltre ad essere una magistrale artista, crede nei giovani e ascolta tutto ci che le arriva».

L’amore va oltre

Gatto Panceri ha sempre parlato d’amore nel modo più umano e vicino a come lo si vive, in particolar modo dedicando una sua canzone ad una coppia di amici con «L’amore va oltre», brano che vince il Premio della critica a Sanremo Giovani nel 92 e ce ne parla con dovuta delicatezza quanto forza motrice dell’unione in se.

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«L’amore va oltre, è una dedica che ho voluto fare ad una coppia di fidanzati, miei cari amici che hanno attraversato difficoltà anche permanenti ahimè, ma con enorme forza ed amore. Il protagonista maschile rimane sulla sedia a rotelle dopo un incidente stradale. La sua fidanzata non lo molla, lo sposa, hanno una vita felice e lui riesce a realizzarsi anche nel lavoro. Mi sembra una bella storia per dimostrare che a volte chi è portatore di handicap abbia più dorsale a chi è perfettamente in salute».

«Un esempio di persona vincente, l’amore va oltre, è la rappresentazione di una persona che ama la vita al di là di quello che ti accade. La vita va sempre amata, anche quando capitano cose terribili, come quella di non poter camminare. Lui è stato l’esempio per tutti i suoi amici e meritava una canzone, anche lei,restando al suo fianco non per dovere di alcun tipo ma per un amore forte ed intelligente».

Il nuovo singolo ed un consiglio ai giovani

Tra pochi mesi ci sarà l’uscita del nuovo album, disco prodotto ed arrangiato nel suo studio di registrazione, un prodotto firmato interamente Gatto Panceri. All’interno di quest’ultimo è presente il singolo uscito quest’anno a luglio, «Te voglio» e prendendo spunto dal brano chiediamo all’artista un appunto su come stia viaggiando ad oggi la musica, che tipo di ascolto stiamo facendo negli ultimi anni e come i giovani possano avvicinarsi e vivere questa con longevità.

«Te voglio è uno dei pezzi più leggeri del disco, mi sembra un brano ben suonato che fa capire che in questo momento mi piace il pop rock mischiato all’elettronica, mi piace tanto l’utilizzo dei cori perché le voci sono sempre lo strumento più bello da sentire e la canzone è alquanto minimalista perché parla di quella voglia impellente di una persona. «Te voglio», è la storia di una coppia che in realtà non dovrà vedersi quel giorno ma lui è pieno di voglia di lei e la convince a raggiungerlo perché l’amore non si può programmare credo che siano quelle cose che hanno vissuto tutti e quindi magari non c’è dietro chissà quale messaggio però viviamo un periodo storico sociale fermo e parlare di passione credo faccia bene».

«I giovani?! è una domanda difficilissima perché purtroppo il mondo rotola, no? Diciamo che la tecnologia, la virtualità non pongono molte censure anche per un bambino e probabilmente bisognerebbe stare attenti ai temi che si trattano perché, le nuove generazioni sono spugne di acque poco chiare, credo che bisognerebbe invece affrontare proprio con loro i molteplici argomenti che vengono menzionati in tanti brani e interagire con una comunicazione più attiva»

Il cantautorato e la musica ad oggi

Una delle ultime domande, che abbiamo posto a Gatto Panceri riguarda il momento storico sociale che sta attraversando la musica, di come si tenda più a trasmettere, sempre di più, tra radio e tv, le nuove leve, e sempre di meno gli artisti che ci accompagnano da sempre e che hanno dato e continuano a fare tanto per la canzone italiana.

«Sì, purtroppo in questo momento il mio genere, diciamo, è un po’ in crisi proprio perché i media passano solo trap, rap e queste cose, però c’è un pubblico, per fortuna ancora, che viene ai concerti, che ama questa musica. È un problema più degli addetti ai lavori che della gente, perché, quando faccio i concerti, vedo tanta gente che canta le mie canzoni, vuole ancora sentirle, e non si stanca, dopo due ore ti chiede il bis. Quindi un cantautore di 50 e passa anni chiaramente in questo momento non è ben visto nell’ambiente, è un peccato».

«Negli ultimi dieci anni c’è stato un accantonare della musica di qualità perché io mi sento poco in radio, ma sento poco anche Bersani, sento poco anche Antonacci, si sente poco il cosiddetto mestiere, si sente poco l’artista. Quindi io mi sento non tanto vittima di essere ridimensionato, ma faccio parte di un gruppo di artisti che fa musica ancora seria, con dei testi che vogliono dire qualcosa, che non cerca il tormentone a tutti i costi ma possiamo anche dire che i tormentoni degli anni addietro avevano il loro significato, avevano una storia proprio perché un tormentone doveva lasciare allegria, leggerezza e invece ci ritroviamo con dei fuorionda che fondamentalmente poi non vanno a mettere nulla».

La canzone non ancora scritta

All’ultima domanda ovvero quale sarebbe «la Canzone» che ancora non ha scritto Gatto Panceri, l’artista esplica una risposta che riassume il senso vero e proprio della musica o meglio di come si debba donare un messaggio perché chi ascolta possa sentire quel brano come il proprio vestito in ogni sua piega, sentirsi importanti, sentirsi vivi.

«La più bella delle canzoni, perché bisogna pensare che quella che verrà sarà ancora più unica, una sfida che porta a rinnovarsi sempre. Quello che mi auguro è di avere sempre ispirazione per poter fare delle nuove canzoni che non sfigurino quelle del passato».

Setaro

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