Domani Meloni e De Luca firmano l’accordo di coesione
Al di là del gossip che non interessa alcuno, secondo Massimo Ranieri «c’è chi è ancora convinto che gli asini volano, volano altissimi». Provate a dargli torto, alla luce dell’affaire Boccia – Sangiuliano. Un caso che ci sta regalando l’ennesima dimostrazione dello scarso rispetto della sinistra per la democrazia e le istituzioni.
Indice Articolo
A confermarlo il fatto che a sceneggiata appena scoppiata, si è immediatamente (con tanta repentinità da legittimare in molti il dubbio di un complotto) schierata dalla parte dell’autoproclamatasi «combattente per la repubblica» che non ha fatto che spalare fango sull’ex ministro, «dicendo e non dicendo», facendo supporre che potesse esserci stata qualcosa di più (salvo smentirlo quando l’ex ministro ne ha chiesto via tv scusa alla moglie, alla Meloni e al proprio staff) di una collaborazione lavorativa; le era stata offerta una nomina, ma mai arrivata e che i suoi viaggi di lavoro con lui, «fossero sempre stati a spese del ministero».
Piuttosto che da quella di un rappresentante delle istituzioni che, pure, aveva assicurato di non aver speso «neanche un euro dello Stato» per i viaggi della Boccia, mostrando in Tv i resoconti bancari dai quali risultava che gli acquisti dei biglietti di treni ed aerei erano stati pagati dal suo C/C personale. Cosa che ora dovrà rifare con la Corte dei Conti del Lazio che ha aperto un’inchiesta per verificare eventuali danni erariali e alla Procura di Roma dove è indagato per «atto dovuto» perché il leader verde Bonelli («Mi chiamano il re degli esposti» che goduria!) ha presentato nei suoi confronti l’ennesimo esposto di questa legislatura.
La sinistra, insomma, sta dando, ancora una volta, dimostrazione di non avere alcuna strategia politica «per», ma soltanto «contro»; di essere priva di ideali veri ma trabocca di ideologie su tutto. E di essere sempre alla ricerca di un «qualcuno» o qualcosa da prendere a modello per raggiungere i propri obiettivi. Tra l’altro non sempre rassicuranti, viste le strade da seguire per ottenerli.
Salis e Soumahoro
Basta pensare – solo per far qualche esempio sui tanti possibili – alla scelta di mandare la Salis, occupatrice seriale di case, all’Europarlamento per risolvere il problema «abusivismo» e dell’affollamento delle carceri. Da qui l’idea di legalizzare l’occupazione delle prime, eliminare le seconde e cancellare i reati minori (proposte ovviamente bocciate dal governo) e Soumahoro, le cui moglie e suocera (con le quali viveva, non se n’è mai accorto) sono indagate per sfruttamento dell’immigrazione, a Montecitorio, per risolvere la questione del caporalato.
Ora è il turno della bionda eroina di Pompei. Della quale, però, la Berlinguer – magari senza volerlo e sperando di arrivare al risultato opposto – ha messo in luce tutta la reticenza alla verità. L’ha invitata a una puntata di «È sempre cartabianca» e si è sentita dire che voleva essere intervistata solo da lei e con domande concordate.
Poi – prima di scappare insalutata ospite e senza rispondere ad alcun quesito – per tutto il tempo durante il quale si è trattenuta in studio è andata avanti «con allusioni e post», accusando Arianna Meloni, ma senza mostrare alcuna prova. Maria Rosaria da Pompei, però, non solo ha smentito, ma ha parlato addirittura, di «sequestro di persona». Idem, la sinistra, che ha smentito qualsiasi accusa (pur legittimate dal suo agire) di complotto contro Sangiuliano. Sul che, magari, si potrebbe anche credere, ma che vuol dire?
Forse che complottare è meno grave di essersi prestati al gioco della «stilista degli scavi», ingigantendone le accuse, insieme a quelle del culturame politico mediatico che l’ha fiancheggiata e ritenendosi depositario della verità rivelata, pretende di governare per volontà divina, facendo esondare il loro odio da crisi di astinenza da poltrona, nei confronti dell’ex ministro, intromettendosi a bagarre scoppiata?
Lo sgambetto al governo
Insomma, «lanciando il sasso e nascondendo la manina». Nella speranza di ricavarne il massimo possibile, in termini di consensi. Poi – aggiungendo alle bugie della Boccia su Sangiuliano, le proprie sulla manovra di bilancio «in corso d’opera» – provare a mettere lo sgambetto al governo. Ma anche stavolta, gli è andata male.
Un sondaggio Eurometra per Piazzapulita (presente la Elly) de la7, ha fatto sapere che nonostante la messinscena della vamp di Pompei, il Pd Schleniano ha perso un altro 1%, planando dal 24,7 al 23,1% e Fdi è cresciuto di un altro 1,3% dal 28,8% delle Europee al 30,1%.
E l’ex ministro della cultura per difendere in autonomia la propria onorabilità, trasparenza ha scelto di rimettere il mandato. Una lezione di stile per quella sinistra che non sa vivere senza poltrone. E la Boccia è stata daspata dal Parlamento e dalla Tv.
E per chiudere una buona notizia per la nostra regione. Domani mattina a Palazzo Chigi si conclude la lunga, accesissima – in qualche momento apparsa quasi interminabile e ai limiti della insopportabilità – vicenda dai fondi europei. La premier Meloni ha finalmente sbloccato i fondi di coesione spettanti alla Campania e con il governatore, De Luca, firmeranno il relativo accordo di coesione. Sarà sbloccato quindi l’1,9 miliardi di fondi sviluppo e coesioni rimanenti e finalmente cominceranno ad avviarsi altri 81 progetti strategici in programma che vanno dal prolungamento della metrò fino a Capodichino, ai lavori negli ospedali, dalla conclusione dei lavori allo stadio Collana, dall’ampliamento del palazzo che ospita il Museo Donnaregina e così via.