La polizia ha fermato un coetaneo. Ferito un altro ragazzo
Chi era con lui e ha visto la scena ha raccontato che Fallou Serin Sall, 17 anni ancora da compiere, padre senegalese e mamma italiana, è stato ucciso perché si è messo in mezzo in una lite in strada, ha provato a difendere un amico coetaneo ed è stato colpito da almeno una coltellata letale. L’amico, bengalese, è stato ferito in modo lieve.
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«Gliel’ho detto sempre: Fallou, se vedi dei guai e vuoi aiutare, chiama la polizia, i carabinieri. Chiama quelli che vuoi, ma non intervenire», non si dà pace proprio la madre, corsa sul luogo quando il figlio era ormai esanime. Il giovane è stato assassinato mercoledì sera da un sedicenne italiano, fermato poco dopo dalla polizia. È successo in via Piave, prima periferia di Bologna, non lontano dall’ospedale Maggiore dove la giovane vittima non è arrivata viva.
La ricostruzione
La lite era iniziata nel vicino parco del Velodromo e su cosa sia successo esattamente sta indagando la squadra mobile, coordinata dalla Procura per i minorenni. Il litigio sarebbe nato da provocazioni e minacce per motivi banali, tra adolescenti che vivono nello stesso quartiere, scaramucce pregresse, anche sui social. Ruggini tra il bengalese ferito e l’italiano indagato su cui sono in corso accertamenti. Tutto è iniziato quando i giovani si sono incontrati all’interno del parco e, dopo un breve inseguimento, l’italiano ha estratto un coltello e ha colpito gli altri due. Non erano gli unici presenti.
Secondo alcune versioni a quel punto l’indagato stava avendo la peggio e proprio questo potrebbe aver detto nell’interrogatorio, una volta che è stato rintracciato: cioè che si è visto sopraffatto e ha estratto l’arma. Ma altre testimonianze danno un resoconto differente. Potrà chiarirlo nuovamente nel corso dell’udienza di convalida davanti al Gip minorile, se deciderà di rispondere alle domande, assistito dall’avvocato Simone Vincenzo Ferraioli. La contestazione, al momento, è omicidio, tentato omicidio e porto del coltello.
«Abbiamo sentito urla strazianti e richieste di aiuto provenire dalla strada, ci siamo affacciati e dalla finestra abbiamo visto questo corpo a terra in una pozza di sangue», ha raccontato una donna residente di fronte al luogo del delitto. Proprio una operatrice sanitaria che vive vicino è stata tra i primi a tentare un soccorso, scesa di casa in camicia da notte. «C’erano ragazzi intorno, non si capiva se erano amici o aggressori, dicevano ‘è morto’ ma non abbiamo visto scappare nessuno», ha aggiunto la prima residente. In breve tempo sono arrivati anche i genitori.
Le ultime ore di Fallou
«Ieri sera, dopo avere mangiato una pizza con il nonno, Fallou è uscito intorno alle 21. Verso le 22, il suo amico mi ha chiamata al telefono. Mi ha detto di correre perché Fallou era stato ferito: quando io e il padre siamo arrivati in via Piave, lo abbiamo visto sull’ambulanza», ha detto la mamma. «Mio figlio non tornerà più, nessuno me lo potrà più riportare a casa», piange il padre del ragazzo.
«Era un ragazzo solare e molto carismatico, io lo conoscevo da tre anni e solo 10 giorni fa abbiamo fatto gli esami di recupero insieme, sono davvero choccato», dice un compagno di scuola. Fallou Sall frequentava l’Itis Belluzzi Fioravanti, giocava a Football americano con i Doves di Bologna e i Vipers di Modena e sui social si mostrava cantando canzoni dei rapper Shiva e Sfera Ebbasta.
«Oggi credo che sia il momento nel quale fermarci, fermare anche la campagna elettorale e le strumentalizzazioni che a volte ci sono attorno a questi eventi. Dobbiamo riflettere assieme su quello che può fare il mondo degli adulti perché questi episodi di violenza giovanile in strada sono un grido di dolore e una richiesta d’aiuto che arriva dal mondo dei ragazzi», le parole del sindaco Matteo Lepore.