Intanto Azione sul nodo Liguria nicchia
Il campo largo si sta schierando per la candidatura dell’ex ministro Pd Andrea Orlando alla guida della Liguria, ma la costruzione della coalizione non sarà semplice. L’ingresso di Italia Viva è ancora complicato, visto che seppure Matteo Renzi si è detto disponibile ad accettare la condizione posta dai potenziali alleati, cioè l’uscita di Iv dalla giunta di centrodestra che governa Genova, c’è il M5s resta fermo: con Renzi no.
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Carlo Calenda non ha ancora deciso se sarà della partita: in un post, Orlando ha affrontato le sollecitazioni di Azione sulle infrastrutture, ma fra i big del partito c’è chi resta freddo all’ipotesi di entrare in coalizione. La costruzione del campo largo ligure resta quindi un cantiere.
La posizione del Pd
Il pallino è in mano alla segretaria del Pd, Elly Schlein, che sta cercando di mettere insieme l’alleanza più larga possibile, come terreno di prova della sfida a Giorgia Meloni, quando ci saranno le politiche. In Liguria «ci sono stati passi significativi in avanti – ha detto Schlein – con una convergenza che si fa sempre più larga attorno al profilo solido e competente di Andrea Orlando. La sua esperienza sul campo del lavoro e delle politiche industriali, ma anche delle battaglie per la sanità pubblica, è di garanzia».
L’apertura di Renzi
Dopo il via libera del M5s a Orlando, il nodo più grosso resta l’eventuale presenza di Renzi in coalizione. Nei giorni scorsi, Schlein aveva invitato il leader di Iv a non tenere il piede in due scarpe, cioè sia nella giunta genovese guidata da Marco Bucci sia nella alleanza progressista che sostiene Orlando. La risposta è arrivata in un’intervista a La Stampa: «Siamo pronti a separare la nostra strada da quella del pur bravo Bucci – ha detto Renzi – Siamo pronti a essere presenti in una lista riformista senza simboli di partito. E a sostenere la candidatura di Andrea Orlando».
Il no del Movimento
Ma un’eventuale arrivo della truppa di Renzi non è gradito a tutti. Anzi: dal M5s liquidano la questione ricordando le parole dei giorni scorsi di Giuseppe Conte: «Lasciare questo spazio a Renzi è un grande harakiri», quindi no all’alleanza sia a livello nazionale sia locale. «A Renzi piace brillare di luce riflessa – commentava un parlamentare M5s – si prende notorietà facendo in modo che si parli di lui, ma il peso di Iv nelle urne è nullo. Anzi, fa scappare gli elettori».
Azione ancora non ha riunito il Direttivo nazionale che dovrà decidere se far parte o meno del campo largo ligure. Fra i big, c’è però chi sottolinea «la distanza siderale» fra le componenti della coalizione su temi come le infrastrutture.
Non a caso, in un post su Facebook Orlando ha insistito proprio su quel tasto: «L’altro giorno Azione ha fatto un elenco di opere che ritiene strategiche – ha scritto l’ex ministro -. Mi sono accorto che sono tutte opere volute o finanziate dal centrosinistra, e da ultimo dal governo Conte Due. Non credo che sarà complicato per la coalizione trovare una quadra per rimetterle in moto. Quello che sarà complicato sarà trovare per molte di esse le risorse. Perché la destra le ha definanziate». Ma in Azione resta lo scetticismo: bene le rassicurazione del Pd – è il ragionamento – ma preoccupano le posizioni di M5s e Avs.