Frana a San Felice a Cancello, rafforzate le unità in campo per la ricerca dei dispersi

Il sindaco: «Chiederemo lo stato di calamità naturale»

«Abbiamo rafforzato le unità in campo per la ricerca delle due persone disperse (Agnese Minieri di 74 anni e il figlio Giuseppe Guadagnino di 42, ndr.), con l’utilizzo di ulteriori cani molecolari e dei sommozzatori dei vigili del fuoco. Le ricerche riguardano un’area di circa due chilometri». Lo ha detto il prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo al Comune di San Felice a Cancello, dove ha tenuto una riunione tecnica con il sindaco Emilio Nuzzo, Vigili del Fuoco, Protezione Civile e forze dell’ordine.

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«Ci stiamo muovendo in modo coordinato – ha spiegato Castaldo – e cercheremo in questa prima fase di interventi di mettere in sicurezza il paese con alcune opere di pulizia del territorio; entro stasera attiveremo inoltre in una scuola anche un centro di accoglienza per la popolazione in collaborazione con la Protezione Civile».

Le criticità per le ricerche e la messa in sicurezza sono rappresentate «dai tanti residui della frana. Ad inizio agosto un incendio sulla collina che sovrasta Talanico, quella da cui si è staccato il fiume di fango e detriti che ha invaso il paese, ha devastato la pineta. «Sicuramente la mancanza di alberi in alcuni punti della collina ha indebolito la capacità di resistenza del terreno; gli alberi avrebbero forse potuto rallentare la frana o mitigare quando accaduto. Ma queste sono valutazioni che faremo in una fase successiva. Ora dobbiamo concentrarsi sulle ricerche e le opere urgenti di messa in sicurezza».

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Emilio Nuzzo: «Scrissi un sollecito alla Regione. Lettera morta»

«Ci sentiamo un po’ abbandonati, perché San Felice a Cancello è un comune situato in una zona a forte rischio di dissesto idrogeologico; non è la prima volta infatti che avvengono cose del genere, anche se mai in modo così violento. Questa volta il paese ha subito gravi danni dopo una pioggia durata al massimo quindici minuti. Chiederemo lo stato di calamità naturale». Così il sindaco di San Felice a Cancello (Caserta) Emilio Nuzzo, che appare molto preoccupato per la frana di fango e detriti, anche perché la stagione delle piogge non è ancora arrivata, e si teme per le prossime forti precipitazioni. Peraltro molti cittadini hanno segnalato che con le acque marroni e le pietre sono arrivati anche ingombranti, come alcuni frigoriferi, e immondizia forse accumulata nell’area collinare.

«Governo e Regione devono avere verso di noi un occhio di riguardo, proprio per le caratteristiche di fragilità del territorio – spiega – L’anno scorso a metà giugno, pochi giorni dopo il mio insediamento (30 maggio 2023), a causa di un nubifragio si allagarono le strade cittadine e della frazioni tra cui Talanico; scrissi un sollecito alla Regione affinché intervenisse a ripulire l’alveo del canalone dove è finita anche l’Apecar dei due nostri concittadini ancora non ritrovati, ma quella richiesta è rimasta lettera morta. C’è bisogno di un intervento importante e strutturale di manutenzione e speriamo che questa volta gli enti sovracomunali ci ascoltino».

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Sui due dispersi, la 74enne Agnese Minieri e il figlio 42enne Giuseppe Guadagnino, il sindaco è realista: «Più passa il tempo e più si affievoliscono le speranze di trovarli vivi».

Il dissesto idrogeologico

L’area di San Felice a Cancello è da decenni nota per i problemi di dissesto idrogeologico; nel maggio 1998, in quella passata alle cronache come l’alluvione di Sarno (comune del Salernitano più colpito), anche la città di San Felice fu gravemente colpita, e in quella circostanza morì una persona. Negli anni successivi, ad ogni forte pioggia, ci sono sempre stati problemi di allagamento di strade e garage, e la frazione collinare di Talanico ha sempre subito danni. Oggi però i cittadini non avevano voce per lamentarsi, ma solo per spalare il fango e ripartire

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