Mentre la vittima camminava nelle strade lì attorno stavano circolando una decina di persone
A distanza di una settimana dall’omicidio di Sharon Verzeni, oltre al suo assassino non è ancora stata trovata nemmeno l’arma che l’ha uccisa: i carabinieri hanno trovato diversi coltelli nelle zone attorno a via Castegnate a Terno d’Isola per poter verificare la compatibilità con l’arma usata per colpire quattro volte – di cui tre mortalmente – la donna di 33 anni mentre camminava, da sola, poco prima dell’1 della notte tra lunedì e martedì della settimana scorsa. Tra questi coltelli non ce ne sarebbero di sporchi di sangue: saranno comunque tutti analizzati alla ricerca di eventuali tracce.
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Nel contempo è emerso che, mentre Sharon camminava e veniva uccisa, nelle strade lì attorno stavano circolando una decina di persone, a piedi, in bici o in auto. Non molte, ma va considerato che era quasi l’una della notte: di certo però la zona non era deserta e uno di questi potrebbe aver notato qualcosa – o soprattutto qualcuno – di sospetto. Per questo i carabinieri li stanno ora cercando per interrogarli.
Alla decina di persone gli inquirenti – coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio – sono arrivati incrociando diversi filmati delle telecamere piazzate nella zona, sia della videosorveglianza pubblica sia di impianti privati, le cui immagini sono state requisite. Il punto in cui l’assassino ha agito non è invece coperto dalle telecamere e l’agguato non è stato ripreso: il killer lo sapeva e ha agito appositamente lì? Perché ha inferto con tanta violenza le quattro coltellate alla barista? La conosceva? Aveva qualcosa in sospeso con lei?
Tutti interrogativi al vaglio dei carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo e della compagnia di Zogno cui non è ancora stato possibile dare una risposta. All’alba di lunedì era stato anche posto sotto sequestro un garage di via Castegnate, al civico 29, vicino al luogo dell’aggressione mortale: all’interno – hanno scoperto i carabinieri – c’era una branda e forse qualcuno ci aveva dormito. Aspetto che però al momento non ha portato alla svolta tanto attesa nelle indagini.
I dubbi degli inquirenti
Proprio la violenza con cui l’assassino ha agito lascerebbe pensare a del rancore nei confronti della vittima, eppure dalla vita di Sharon Verzeni – originaria di Bottanuco e che da tre anni si era trasferita proprio a Terno d’Isola con il compagno Sergio Ruocco, che era a letto al momento dell’aggressione – non sono emerse ombre. Anche il fatto che fosse in giro a camminare – per 50 minuti da quando era uscita di casa a quando è stata accoltellata, hanno ricostruito gli inquirenti – non è un’anomalia: il padre Bruno ha spiegato che le era stato consigliato dal dietologo.
Spesso, inoltre, Sharon – che da un anno aveva lasciato il lavoro di estetista per quello di barista al ‘Vanilla’ di Brembate, dove non sono emersi problemi con qualche cliente e dove, anzi, la donna era benvoluta e stimata – camminava proprio con il compagno. Possibile che ormai una settimana fa uno sconosciuto l’abbia voluta ammazzare – perché i fendenti così profondi sono stati inferti senza pietà e con il chiaro intento di uccidere – e l’abbia sorpresa in un punto cieco per le telecamere della zona durante un giro a piedi che per la vittima era sempre quello ma è difficile pensare a un’azione casuale e non mirata. Tuttavia il perché di questo omicidio resta per ora un mistero.