Imprenditore contiguo al clan Belforte: confiscati beni per 30 milioni

di Virginia Iadonisi

Operante nel settore del cemento e della ristorazione

La Direzione Investigativa Antimafia, la Divisione Anticrimine della Questura di Caserta ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta stanno eseguendo un decreto di confisca beni emesso dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione.

La misura, adottata su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli (Direzione Distrettuale Antimafia), del direttore della Dia e del Questore di Caserta, è stata eseguita nei confronti di un imprenditore operante nel settore del cemento e della ristorazione del casertano ritenuto contiguo all’organizzazione camorristica denominata clan «Belforte».

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La confisca ha riguardato beni per un valore complessivo stimato in circa 30 milioni di euro. Si tratta di 2 interi compendi aziendali e quote di altrettante società, 62 beni immobili ubicati nelle province di Caserta, Benevento, Salerno e Parma (13 terreni, 14 abitazioni, 2 opifici industriali, 32 garage/magazzini ed 1 multiproprietà in costiera amalfitana), nonché 47 rapporti finanziari e 18 beni mobili registrati (2 autovetture e 16 mezzi industriali).

L’importante valore dei beni sottoposti a confisca, verrà tutelato attraverso l’amministrazione giudiziaria già disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ripone massima attenzione per questi aspetti. A tal fine, il Tribunale ha istituito un tavolo tecnico che ha deliberato linee guida per la gestione dei beni sequestrati e confiscati, volte a regolare la fase della procedura di prevenzione nella quale si esegue anche il provvedimento di oggi

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