Donna trovata morta a Ischia, il gip spedisce in carcere il 40enne

I legali dell’indagato: «L’amava, sta molto male per quello che è successo»

Ha risposto alle domande del gip Fabio Provvisier e si è difeso, Ilia Batrakov, il russo di 40 anni a cui viene contestato di avere maltrattato Marta Maria Ohryzko, la 32enne ucraina ritrovata senza vita domenica mattina dai carabinieri della stazione di Barano di Ischia, in un dirupo, nella zona del Vatoliere.

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Secondo quanto rendono noto gli avvocati difensori del 40enne, Rocco Maria Spina e Ciro Pilato, l’indagato, che è in carcere, ha negato i maltrattamenti: «ha riferito che l’amava e che l’ha sempre aiutata. Aveva dei problemi di salute e lui se ne era sempre preoccupato. Adesso – ha aggiunto l’avvocato Spina – sta molto male per quello che è successo, non immaginava che questa vicenda potesse avere un risvolto così nefasto».

Al termine dell’udienza di convalida del provvedimento di fermo notificato lunedì dai carabinieri, i legali hanno chiesto al giudice la concessione dei domiciliari, a casa della madre del 40enne, che vive accanto alla roulotte che condivideva con la Marta Maria.

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Gli accertamenti

Ieri è svolto un primo esame esterno sul cadavere della 32enne: secondo quanto si è appreso la donna aveva la caviglia fratturata, evento ritenuto compatibile con la caduta. Riscontrati anche ematomi sul viso ma nessun segno di soffocamento o strangolamento. Al momento, quindi, non sono ancora chiare le cause della morte: sarà l’esame autoptico, già disposto dalla Procura, a fare luce su questo determinante aspetto dell’indagine.

Va ricordato che Marta Maria è caduta in un dirupo profondo solo qualche metro. Durante l’escussione in caserma, seguita al ritrovamento del cadavere, il 40enne ha espresso il desiderio di tornare nel suo Paese d’origine. L’udienza è iniziata a mezzogiorno e appare sussistente l’inquinamento probatorio emerso dalle indagini, legato alla cancellazione delle chat nelle quali per ore la donna, dopo la caduta, aveva inutilmente chiesto aiuto al compagno. Il gip del tribunale di Napoli Fabio Provvisier ha convalidato il fermo del 40enne che sarà ora trasferito in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravato dall’evento morte.

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