Il racconto del collaboratore Salvatore Giuliano: eravamo pronti a combattere, poi un summit risolse la questione
Una cassa di sigarette scaricata in un territorio ostile, una ‘multa’ da 10mila euro non pagata e un vertice tra capiclan per risolvere la questione. Salvatore Giuliano, killer di Annalisa Durante ed oggi collaboratore di giustizia, svela i retroscena di un momento di tensione che avrebbe potuto portare a una guerra tra i Mazzarella-Giuliano e i Contini dell’Alleanza di Secondigliano. Giuliano racconta la vicenda nel dettaglio: «Un giorno venne da me un ragazzo che si occupa del contrabbando di sigarette a Forcella, insieme a suo padre e a suo fratello maggiore – Poi specifica – non è un nostro affiliato».
Il ragazzo disse che «quelli del Borgo», cioè i Contini, «lo andavano cercando perché lui aveva scaricato una cassa di sigarette di contrabbando» presso una donna che abita in quella zona e che vendeva al dettaglio. Il ragazzo avrebbe detto a Giuliano che per quella iniziativa gli era stato imposto di «pagare la somma di diecimila euro come multa per aver scaricato al Buvero senza l’autorizzazione dei Contini». Una sorta di ammenda sullo sconfinamento. Giuliano si sarebbe quindi attivato e recato al Borgo per parlare con «Zezzella, che è il referente dei Contini al Buvero». L’incontro avvenne in strada, nei pressi delle bancarelle.
Giuliano spiega ancora: «Chiesi a Zezzella quale fosse il motivo per il quale il ragazzo avrebbe dovuto pagare, dal momento che lui era stato chiamato dalla signora che voleva le sigarette e quindi evidentemente aveva ritenuto di poter tranquillamente scaricare al Borgo; Zezzella mi precisò che chiunque scaricasse le sigarette o comunque facesse attività illecite al Borgo o nella altre zone di competenza dei Contini, come per esempio nella zona di via Foria, doveva pagare una tangente e che a lui non interessava minimamente che il ragazzo fosse stato chiamato». Avrebbe dovuto comunque pagare diecimila euro a titolo di multa.
Giuliano commenta: «La sua risposta mi lasciò interdetto, anche perché, tutte le volte che era venuto a Forcella a chiedere dei favori, mi ero messo a disposizione». Sembrava finita, ma non era così. Giuliano in quel periodo era tornato in libertà e con un manipolo di persone fidate stava cercando di riorganizzare il clan di Forcella. Dopo l’incontro tornò nella casbah e informò dell’accaduto i suoi. Bisognava preparare le armi per uno scontro imminente con i Contini.
L’incontro con Mazzarella e Barile
«Dopo aver parlato con i miei cugini andai a casa di Michele Mazzarella (marito di Marianna Giuliano, ndr) nel rione Luzzatti, per riferirgli l’accaduto, o meglio, per metterlo al corrente che era mia intenzione attaccare i Contini – racconta ‘O russ – A casa di Michele arrivò anche il cugino Salvatore Barile». Michele Mazzarella «appoggiò» la decisione, anche per guerre passate. Barile, invece, «propose di incontrare i Contini e di parlarci, poiché secondo il suo parere una guerra tra clan non sarebbe servita a nulla e avrebbe solo compromesso tutto il business».
L’incontro ci fu, e fu proprio Barile ad organizzarlo dopo aver mandato un messaggio «a Carmine Botta, uno dei capi di San Giovanniello». Non si perse tempo e il summit fu organizzato nella stessa giornata. «Nel pomeriggio – continua Giuliano – ci recammo a San Giovanniello, io, Alessio Vicorito, Salvatore Barile e Patrizio di San Giorgio. Andammo in un immobile dove i Contini sono soliti fare gli incontri con altri clan». All’incontro, spiega il pentito, «c’erano per i Contini, Gennaro De Luca ‘O muntato, Domenico Festa, Carmine Botta e Zezzella».
La descrizione risponde a quello che l’immaginario collettivo si figura come summit: un tavolo con attorno i boss che si confrontano. «Ci sedemmo e Barile iniziò a parlare con Gennaro De Luca, raccontandogli quello che era successo e che non era il caso di creare attriti con noi Giuliano che eravamo una sola famiglia con i Mazzarella. Gennaro ribadiva che in questi casi bisognava pagare, perché se avessero consentito a una persona di non pagare avrebbero dovuto consentirlo a tutti». Due argomentazioni in conflitto.
L’intervento di «Zezzella» fece salire i toni, e sarebbe stato De Luca ad abbassarli, cercando una mediazione e dicendo a Salvatore Barile, che «la multa poteva essere tolta da mezzo, però agli occhi delle persone questo ragazzo qualcosa doveva cacciare, quindi, pure solo un bracciale avrebbe dovuto mandarlo». Un bracciale per evitare una guerra era un giusto compromesso? Per i Mazzarella no: «Barile replicò che se il ragazzo avesse cacciato il bracciale le famiglie Giuliano e Mazzarella avrebbero fatto una brutta figura».
I Contini a Forcella
La parola passò proprio a Giuliano: «Dissi che i Contini avrebbero dovuto pagare tutto quello che, da oltre vent’anni, era stato fatto da loro a Forcella e cioè per tutte le volte che i contrabbandieri dei Contini erano venuti a scaricare a Forcella senza versare nulla». Una guerra non conveniva a nessuno e si addivenne a un accordo «deciso e proposto da Gennaro De Luca e da noi accettato, ovvero: nessuno dei Contini avrebbe scaricato più a Forcella e viceversa nessuno di Forcella avrebbe scaricato in zona di competenza dei Contini».
La vittoria
Il commento di Giuliano è indicativo: «Questa conclusione fu per noi una vittoria. Se questo episodio fosse accaduto qualche anno fa noi avremmo dovuto certamente pagare i diecimila euro. La ragione di questa vittoria risiede nel fatto che, da un anno a questa parte, si sono creati dei rapporti di compattezza tra diverse famiglie e gruppi attorno al clan Mazzarella che era già un riferimento per alcune zone del centro storico di Napoli e, dunque, questa compattezza non passava inosservata ai Contini. Sebbene, infatti, i Contini siano un gruppo molto strutturato e anche molto forte, avrebbero rischiato di perdere zone storicamente sotto la loro influenza criminale nel caso in cui noi avessimo voluto fare una guerra».
La forza della compattezza sarebbe stata creata proprio da Giuliano «grazie alla mia opera di raccordo non solo con il clan Mazzarella, ma anche con altri clan come quello della Sanità o del Cavone».