Palazzo Donn’Anna: il gioiello che ammalia, i misteri che affascinano

di Maddalena Villano

L’imponente edificio del ‘600 tra racconti di fantasmi e vicende nobiliari

Palazzo Donn’Anna, uno dei simboli più affascinanti della città di Napoli, continua a incantare con il suo mix di storia, mistero e bellezza architettonica. Situato nel quartiere di Posillipo, precisamente a Largo Donna Anna, questo maestoso edificio del XVII secolo non solo rappresenta un tesoro del barocco napoletano, ma è anche avvolto da travolgenti storie che alimentano la curiosità di turisti e studiosi.

Conosciuto inizialmente come Palazzo Carafa di Posillipo, assunse l’attuale nome in onore della sua celebre committente, Donn’Anna. La struttura, con le sue grotte marine e le terrazze panoramiche, doveva riflettere il potere e la solennità della nobiltà napoletana. Tuttavia, il suo stato di incompiutezza gli conferisce un fascino enigmatico, quasi sospeso nel tempo.

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Palazzo Donn’Anna: storia e leggende

Nei vari racconti, Donn’Anna spesso viene confusa con la nota regina Giovanna d’Angiò consorte del marchese Dragonetto Bonifacio. Il Palazzo è stato costruito su una villa preesistente, La Serena, proprietà appunto del marchese e della sua regina. La donna, stando ai racconti, si dice avesse una tetra abitudine; infatti proprio presso la sua dimora, la regina avrebbe avuto incontri amorosi con giovani pescatori per poi gettarli dal palazzo all’alba uccidendoli. Si narra che le anime tormentate di questi giovani amanti si aggirino ancora oggi nell’antico palazzo. Altri invece raccontano che la regina facesse uscire i suoi amanti con una barca a remi dall’entrata che dà sul mare, quella che oggi è possibile vedere in spiaggia.

Alla fine degli anni ‘30 del 1600, villa La Serena fu poi ereditata da Anna Carafa, moglie del Viceré di Napoli, Ramiro Núñez de Guzmán. Donna superba, per liberarsi dalla maledizione fece demolire l’intera villa per costruire lo spettacolare palazzo che ancora oggi abbiamo. Palazzo Donn’Anna venne progettato dall’architetto Cosimo Fanzago, uno dei più rinomati dell’epoca. Destinato a essere una lussuosa dimora affacciata sul Golfo di Napoli, il palazzo non fu mai completato a causa della prematura morte della Carafa e delle successive vicissitudini politiche.

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Il Palazzo Donn’Anna è al centro di numerose leggende che ne aumentano il fascino. La più famosa riguarda l’apparizione del fantasma di Anna Carafa, che si dice vaghi tra le stanze in cerca di pace. Un’altra storia narra della giovane e bellissima Mercede de las Torres che in una scena teatrale baciò il nobile Gaetano di Casapesenna, amante della stessa Anna. Mercede scomparve misteriosamente e non fu mai più ritrovata. Alcune fonti ritengono sia la stessa Anna la responsabile di questa scomparsa. Secondo il racconto, il suo spirito irrequieto si aggirerebbe ancora tra le mura, contribuendo al carattere spettrale del luogo. Nonostante la Carafa fece demolire precedentemente villa La Serena per estirpare la maledizione, quest’ultima non cessò di esistere proprio grazie a lei.

Palazzo Donn’Anna, ispirazione per artisti e scrittori

Oltre a essere oggetto di interesse per storici e studiosi, Palazzo Donn’Anna ha ispirato artisti e scrittori. Matilde Serao, celebre giornalista e scrittrice napoletana, descrisse il palazzo come un luogo carico di mistero e malinconia, sottolineando come le sue vicende storiche e i miti a esso attribuiti si intreccino in modo indissolubile. Inoltre, il palazzo è stato utilizzato come set cinematografico per diverse produzioni, rafforzando la sua immagine di luogo suggestivo e intriso di storia. «Maestosa mole cadente e quasi una rovina, ma bellissima al cospetto del mare» così viene descritta da Raffaele La Capria, scrittore, sceneggiatore e traduttore italiano, nel suo romanzo Ferito a morte.

Il futuro di Palazzo Donn’Anna

Il futuro di Palazzo Donn’Anna rimane incerto. Mentre alcuni suggeriscono di trasformarlo in un museo o in un centro culturale, altri propongono di preservarlo così com’è, per mantenere intatto il suo fascino misterioso. Secondo Vittorio Sgarbi, critico d’arte e politico italiano, «Palazzo Donn’Anna è un gioiello architettonico che deve essere valorizzato e protetto. La sua storia e le sue leggende sono un patrimonio culturale di inestimabile valore per Napoli e per l’Italia intera».

In attesa di decisioni ufficiali, Palazzo Donn’Anna continua a essere un simbolo di Napoli, un luogo dove storia e racconti popolari si fondono, offrendo ai visitatori uno sguardo unico sulla ricchezza culturale della città partenopea.

La Fondazione De Felice

Palazzo Donn’Anna è anche la sede principale della Fondazione De Felice, centro di ricerca scientifica e sperimentale nell’ambito del Restauro e della Museografia, che rappresenta un prestigioso punto di riferimento per Napoli e oltre. Attraverso un ricco calendario di eventi, la Fondazione non solo preserva e valorizza il patrimonio culturale, ma lo rende vivo e accessibile a tutti. Vengono promosse attività di formazione, di specializzazione e di ricerca, e organizzati eventi, congressi, convegni, mostre e incontri di studio a livello nazionale e internazionale.

Gli spazi del palazzo sono stati adattati per ospitare workshop interattivi, sessioni di formazione e tavole rotonde, creando un ambiente stimolante per lo scambio intellettuale, puntando a coinvolgere un pubblico sempre più ampio e promuovendo il dialogo tra diverse discipline e culture. In questo modo, il Palazzo continua a essere un faro di conoscenza, innovazione e ispirazione per generazioni presenti e future.

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