Lo scontro tra i Troncone e gli Scodellaro sullo sfondo dell’agguato a Fuorigrotta

di Enzo Amato

Il dettaglio nell’ordinanza che ha colpito i due indagati per il tentato omicidio in piazza San Vitale

Il fermo non è stato convalidato, ma restano in carcere con l’accusa di tentato omicidio Alessio Ferrara, 22 anni, e Manuel Marino, 27 anni, ritenuti entrambi inseriti nel gruppo Troncone. Il primo è anche appartenente alla famiglia. I due furono fermati il 6 luglio. Avrebbero preso di mira due giovani e, dopo aver puntato al loro indirizzo una pistola «ad altezza uomo», hanno fatto fuoco. Per il raid è contestata l’aggravante mafiosa, oltre al fatto di aver agito «con platealità, in pieno giorno, su pubblica via e in presenza di più persone». Viene contestato anche l’uso di armi da fuoco in pubblico.

L’area geografica del quartiere di Fuorigrotta, negli ultimi ventiquattro mesi, è stata interessata da un susseguirsi di episodi intimidatori, funzionalmente connessi al controllo del territorio e al monopolio delle principali attività illecite: tali eventi sono riconducibili, allo stato, ad agguati di natura camorristica tra la famiglia Troncone e la famiglia Scodellaro, quest’ultima insieme ad alcuni componenti del rione Lauro.

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Le fasi del raid nelle telecamere

Per quanto riguarda la dinamica, il raid del 24 giugno è stato ricostruito. Nel pomeriggio, il conducente (Marino) e il passeggero (Ferrara) viaggiavano su un Honda Sh. Giunti all’altezza di piazza San Vitale, al semaforo di viale Augusto, in direzione piazza Italia, si sarebbero affiancati al loro obiettivo, ossia a due in sella a un altro Sh che erano appena saliti sul marciapiede che costeggia la pista ciclabile. Dopo aver richiamato l’attenzione delle vittime, hanno sparato contro i due giovani un colpo di arma da fuoco.

Nello specifico, Ferrara, sollevandosi con il busto dalla sella per tre secondi, impugnando una pistola con la mano destra ed il braccio teso, ha fatto fuoco, provocando la fuga dei due obiettivi e di numerose persone presenti in strada. L’intera scena è stata immortalata dalle telecamere di una vettura in transito. Le registrazioni della dash cam, sono state consegnate agli agenti del commissariato San Paolo dal conducente, il figlio di un agente della Dia. Quando sono stati mostrati i video agli indagati, questi hanno ammesso di essere i soggetti nelle immagini, ma di voler compiere una rapina.

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