Misteri Partenopei: credenze e leggende di Napoli

di Maddalena Villano

Dal «Munaciello» alla «Bella ‘Mbriana»

Napoli, la città partenopea, non è solo famosa per la sua pizza, il Vesuvio e il panorama mozzafiato sul Golfo. Questa città antica è anche un crogiolo di leggende e credenze popolari che rispecchiano la sua ricca storia e cultura. Dai miti greco-romani alle superstizioni medievali, ogni vicolo e monumento nasconde un racconto affascinante e misterioso. Scopriamo alcune delle più celebri credenze popolari.

Leggende e misteri napoletani

Napoli, conosciuta per la sua bellezza e vivacità, è anche una città ricca di superstizioni e credenze popolari. Dai racconti su figure enigmatiche come il Munaciello e la Bella ‘Mbriana, ai miti antichi come quello di Partenope, Napoli è un insieme vicende e miti che riflettono la sua complessa storia culturale.

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Il Munaciello: il monaco dispettoso

Il Munaciello è uno dei «personaggi» più conosciuti nel folklore napoletano. Descritto come un piccolo monaco con un cappuccio, è noto per portare fortuna o sfortuna. Nato dall’amore proibito tra Caterina Frezza e il povero Garzone Stefano Mariconda, si narra fosse deforme e non accettato dalla famiglia Frezza tanto da assassinarlo in tenera età. Le sue ossa furono ritrovate in seguito in una cloaca; tuttavia, il popolo napoletano continuò a vederlo per le strade della città e ad attribuire alla sua sete di vendetta gli eventi sfavorevoli che si verificavano. «Il Munaciello è una presenza costante nelle case napoletane» afferma lo storico locale Giovanni Esposito. «Molti credono che trattarlo con rispetto possa portare benefici».

La Bella ‘Mbriana: spirito protettivo

Considerata uno spirito benevolo, la Bella ‘Mbriana abita le case di Napoli. Ritenuta una delle figure più ammalianti e rispettate dei racconti napoletani, si dice si manifesti nelle abitazioni a mezzoggiorno, quando il sole è al suo apice, per portare armonia e aiutare le famiglie a superare momenti difficili. La sua presenza vuol ricordare quanto sia importante la pace e la serenità domestica. «Lasciare un posto libero a tavola per lei è una tradizione diffusa» spiega la sociologa Maria Rossi. «Si crede che porti armonia e protezione». Questa figura riflette il profondo rispetto dei napoletani per il soprannaturale e il loro desiderio di protezione domestica.

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Partenope: la sirena fondatrice

La leggenda di Partenope, la sirena che dà il nome alla città, è una delle più antiche. «Secondo il mito, il suo corpo fu trasportato fino al Golfo di Napoli, dando origine alla città» racconta l’etnologa Carla Marino. Secondo la leggenda la sirena visse lungo le coste del Mediterraneo, e il suo destino si intrecciò con quello di Ulisse, mitico eroe greco. Innamorata persa dell’eroe, cercò di sedurlo con il suo canto; ma l’uomo, noto per la sua intelligenza e avvertito dalla maga Circe, si tappò le orecchie riuscendo a sfuggire al canto.

Devastata dal fallimento, Partenope si lasciò morire e le onde trasportarono il suo corpo fino a Napoli dove i primi abitanti fondarono la città in suo onore, chiamandola Partenope. Ogni anno, la festa della Sirena celebra questa figura mitologica, evidenziando le radici profonde del folklore locale. «Napoli non è solo una città da vedere, ma da vivere e scoprire attraverso i suoi racconti» afferma l’antropologa Lucia Ferrara. Le storie partenopee, tra mito e realtà, continuano a incantare chiunque si avventuri tra i suoi vicoli. Credenze, miti e leggende rendono una città già bella di suo, differente e unica in tutto il mondo.

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