Torre Annunziata, Zeppetella non è stata eletta sindaco, Mazzella la «licenzia» in tronco

di Domenico Cortese

Subito dopo lo spoglio per il ballottaggio, senza neanche aspettare la proclamazione degli eletti

Grillo sembra averne preso le distanze, anche se pare intenzionato a ritornare Giggino Di Maio è stato messo alla porta (anche se “rifocillato” con un incarico continentale di grande prestigio e soprattutto di grande ritorno economico: Rappresentante speciale dell’UE per la regione del Golfo dal 2023 con uno stipendio di 13mila euro al mese netti, oltre agli stipendi per lo staff e al rimborso spese, ma “espandibile” fino a 16mila se – senza farlo sapere – si è trasferito all’estero anche se solo come residenza); Alessandro Di Battista non c’è più, come non ci sono più anche tanti altri fuggiaschi, fra cui il figlio del «Grande Fratello», Rocco Casalino; ma il M5S resta sempre il partito del «Vaffanc…».

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Ha dovuto rendersene conto –  immediatamente dopo l’elezione a primo cittadino del Dem Corrado Cuccurulo e, quindi, in assenza di qualsivoglia proclamazione ufficiale – la candidata sindaco pentastellata, la preside in pensione Mariantonietta Zeppetella Del Sesto, che a pochi minuti dalla fine dello spoglio si è vista recapitare, via Facebook, dal senatore Orfeo Mazzella un messaggio di benservito. Un arrivederci e grazie, senza alcuna spiegazione plausibile, tranne un laconico «il M5s prevede che ognuno abbia il suo ruolo abbia il suo ruolo istituzionale. Il sindaco fa il sindaco e il consigliere il consigliere». Ma ci faccia il piacere onorevole perché senatore Mazzella.

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La legge elettorale

Non sa che la legge elettorale per l’elezione diretta del sindaco prevede che se la lista ottiene il quorum per uno scranno consiliare, quello scranno spetta al candidato sindaco non eletto che, quindi, da candidato sindaco si trasforma in consigliere comunale. E poi a chiacchiere non fanno che parlare di democrazia e accusare gli avversari di autoritarismo. Ma ci faccia il piacere onorevole perché senatore Mazzella.

Se non ci fosse da piangere pensando in quali mani è finito «demos» ovvero il popolo, ci sarebbe davvero da sganasciarsi dalle risate. Purtroppo aveva ragione lo scrittore francese Louis Dumur, per il quale «La politica è l’arte di servirsi degli uomini, facendo loro credere di servirli». E per di più, aggiunge, il sottoscritto chiedendogli anche di metterci la faccia. Purtroppo, fra i 5stelle e l’educazione il fuoco di sbarramento continua a crescere.

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