Il governo accelera sul ddl sicurezza ma il centrosinistra si oppone

di Antonella Di Martino

Molte le misure contestate dal centrosinistra

Entrerà nel vivo solo la prossima settimana ma il ddl sicurezza, varato a novembre e ripreso in esame in settimana in commissione alla Camera, già sembra profilarsi come il nuovo ring dello scontro muscolare ormai in atto tra maggioranza e opposizione.

Sono molte le misure contestate dal centrosinistra e il governo dovrà, nel frattempo, sciogliere una serie di nodi riguardanti in particolare il pacchetto di proposte di modifica targate Lega che vanno dalla castrazione chimica per gli stupratori alle prediche in italiano nelle moschee. Gli emendamenti del partito di Salvini sono al momento tutti stati accantonati in attesa di un approfondimento. Mentre sembra destinata ad avere il via libera la stretta sulla cannabis light contenuta in un emendamento del governo.

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Le polemiche

Le prime scintille sono già andate in scena ieri sui due articoli sui quali si è per ora concentrato l’esame. Il primo riguarda il nuovo reato di occupazione abusiva di una casa altrui. Si tratta, accusa la capogruppo pentastellata in commissione Giustizia Valentina D’Orso, di «norme scritte malissimo, pericolosissime, volutamente indeterminate e che lasciano un enorme spazio di discrezionalità alla Polizia giudiziaria».

Polemiche anche sull’estensione del Daspo urbano previsto per le stazioni di trasporto pubblico anche a denunciati o condannati ma non in via definitiva negli ultimi cinque anni. «La febbre securitaria della destra produce mostri: praticamente basta una denuncia negli ultimi 5 anni per alcuni reati, anche contro il patrimonio – sottolinea il capogruppo di Avs in commissione Giustizia, Devis Dori – per poter essere sottoposto al Daspo del questore, con la limitazione di diritti costituzionali». Si tratta, ha puntualizzato però in Commissione il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, di misure che non prevedono il carcere ed «emesse dal Questore in maniera ponderata e legate alla possibile pericolosità sociale del soggetto».

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Critiche sul provvedimento anche dal Pd che con il capogruppo in commissione Giustizia, Federico Gianassi, parla di «norme pericolose che criminalizzano il dissenso». A difesa del testo la relatrice di FdI, Augusta Montaruli, che sottolinea come nel pacchetto siano previste anche norme a difesa degli agenti come «le aggravanti nei reati di violenza o minaccia e resistenza a pubblico ufficiale».

Un tema che potrebbe invece vedere una convergenza bipartisan è quello delle bodycam per gli agenti impegnati nella sicurezza nelle manifestazioni di piazza o sportive. Sul tema ci sono infatti emendamenti sia della Lega che del Pd che sono stati per il momento accantonati. Si tratta però di una questione che non vede la maggioranza compatta.

Le altre proposte

Bocciata intanto la proposta di modifica a firma del deputato Dem Alessandro Zan che puntava a inserire nel testo la proposta a sua firma contro l’omostransfobia. Niente da fare anche per la proposta targata M5s per abrogare il reato di rave party. «Dopo un anno e mezzo – sottolinea D’Orso – in Italia nessuno parla di Rave party, ci sono appena otto persone a processo e zero condanne».

La Lega ha invece ritirato un emendamento che prevedeva l’introduzione del reato di spaccio di strada. Le commissioni riprenderanno l’esame martedì prossimo e il testo è previsto in Aula per la discussione generale giovedì 27 ma non è escluso che slitti alla settimana successiva.

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