Il Quirinale firma il ddl sulla separazione delle Carriere
La maggioranza va avanti, nonostante qualche rallentamento, nel portare a termine entro la prossima settimana premierato e Autonomia, le due riforme care rispettivamente a Fdi e a Lega, mentre Fi incassa la firma da parte del Quirinale del ddl sulla separazione delle Carriere, che inizierà il suo iter a Montecitorio.
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Tuttavia l’approvazione del premierato da parte del Senato martedì prossimo sarà solo il primo di un lungo percorso parlamentare, mentre il sì che arriverà dalla Camera all’autonomia due giorni dopo, farà si che il ddl Calderoli divenga legge, permettendo al ministro leghista di aprire subito il confronto con Veneto e Lombardia per la devoluzione delle funzioni che non richiedono la fissazione dei Livelli essenziali di prestazione (Lep).
In Senato la maggioranza ha concluso il voto degli emendamenti al ddl Casellati sul premierato, su cui martedì pomeriggio si svolgeranno le dichiarazioni di voto e il voto finale.
Il testo definito
Il testo è dunque stato definito, con il via libera all’ultima versione delle norme sulle crisi di governo, anche se la formulazione linguistica lascia una ambiguità segnalata da Marcello Pera. Se il governo viene sfiduciato «mediante mozione motivata», si va direttamente alle urne. «Negli altri casi di dimissioni», il Presidente del Consiglio «ha facoltà di chiedere lo scioglimento delle Camere al Presidente della Repubblica, che lo dispone».
Tuttavia il Presidente del Consiglio dimissionario può chiedere un nuovo incarico per formare un nuovo governo (il testo non esclude una maggioranza diversa da quella che lo ha sostenuto alle urne) o può passare la mano «a un parlamentare eletto in collegamento con il Presidente del Consiglio». Resta inevasa la domanda posta dalle opposizioni e da alcuni costituzionalisti, su come avverrà l’elezione da parte dei cittadini del premier: occorrerà il 50% dei voti dei cittadini con eventuale ballottaggio o basterà un quorum più basso? La ministra Casellati ha detto che della legge elettorale se ne parlerà dopo il primo passaggio di Senato e Camera.
L’autonomia differenziata
Ben definiti invece i contenuti del ddl sull’autonomia differenziata: gli accordi di maggioranza prevedono la sua approvazione entro la prossima settimana senza modifiche, così da trasformarlo in legge.
Il ministro per gli affari Regionali Calderoli potrà riprendere le trattative per le intese con Veneto e Lombardia, sospese dalla caduta del governo giallo-verde nel 2019. Ventitrè le materie la cui competenza è stata chiesta dalle due Regioni, per complessive 500 diverse funzioni. Per devolvere quelle con i Lep (es. su sanità e scuola) occorrerà che tali livelli siano definiti dal governo, tramite decreti legislativi entro 24 mesi; per le circa 187 materie no-Lep la trattativa, per il trasferimento delle competenze «con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie» potrà cominciare «dalla data di entrata in vigore della presente legge», come recita l’articolo 4 comma 2 del ddl.