Scoperti anche imprenditori compiacenti
Maxi operazione della Squadra Mobile della Questura di Salerno e del Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore che hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal gip del Tribunale di Salerno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura, nei confronti di 23 persone, 22 delle quali sottoposte a custodia in carcere e una agli arresti domiciliari, indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, rapine, ricettazione e detenzione e porto illegali di armi, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
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Il provvedimento cautelare riguarda lo sviluppo investigativo, tuttora parziale, dei fatti emersi nel corso di indagini da tempo in corso nell’Agro Nocerino-Sarnese e che già ha condotto alla emissione dell’ordinanza cautelare eseguita il 2 dicembre 2022 nei confronti di diversi appartenenti ai clan camorristici confederati «Fezza – De Vivo» e «Giugliano», operanti in quell’area.
Il reticolo di alleanze di Rosario Giugliano
Il prosieguo investigativo, supportato anche dalle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, che ricoprivano nell’ambito dell’organizzazione mafiosa di appartenenza un ruolo apicale e che hanno deciso tale percorso proprio a seguito del provvedimento restrittivo del dicembre 2022, ha permesso di ricostruire uno stretto reticolo di alleanze intessuto da Rosario Giugliano anche con esponenti di spicco appartenenti ad altri gruppi camorristici, operanti su territori limitrofi.
L’obiettivo quello di perseguire interessi criminali convergenti che spaziano dallo spaccio di significativi quantitativi di sostanze stupefacenti, al controllo del territorio attraverso attività estorsive nei confronti di imprenditori e commercianti nonché all’infiltrazione nel tessuto economico locale.
E questo anche grazie all’appoggio di altri imprenditori compiacenti che costituivano il collettore dell’attività estorsiva dell’organizzazione in danno degli altri imprenditori concorrenti, costretti a pagare al clan fino a 5mila euro al mese. Sono stati contestati agli indagati 8 episodi di estorsione, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose, detenzione illegali di plurime armi da fuoco utilizzate per la partecipazione ad un summit di camorra, traffico di sostanze stupefacenti oltre che partecipazione ad associazione camorristica di stampo mafioso.