In cambio di denaro riusciva anche a decidere la priorità
Influenzava anche le liste d’attesa il clan Contini nell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli: emerge dall’inchiesta dei carabinieri e della Dda di Napoli incaricati di eseguire undici misure cautelari nei confronti di presunti affiliati alla famiglia malavitosa federata nella cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Il clan, secondo quanto emerso, in cambio di denaro riusciva anche a decidere la priorità. A fornire quest’informazione agli inquirenti è un collaboratore di giustizia, Teodoro De Rosa.
Era un ex consigliere di una municipalità partenopea, racconta il pentito, a gestire ‘l’affare delle liste di attesa e tavolta le prestazioni venivano concesse anche senza pagare il ticket: i soldi finivano nelle casse del clan e al sanitario coinvolto il clan faceva pervenire un regalo. Il trucco, ha spiegato De Rosa agli inquirenti della Procura e ai carabinieri del Nucleo Investigativo, simulare un’urgenza: il ricovero era immediato e anche l’intervento richiesto. «Si tratta di interventi che vengono favoriti senza la necessità di alcuna prescrizione – ha spiegato De Rosa ai pm antimafia napoletani – l’unica prescrizione raccomandata sono i soldi».