Cappelle votive del clan Contini per raccogliere i soldi delle questue

di Fabio Maresca

Fatte costruire a Napoli abusivamente dai referenti di zona

Cappelle votive di santi e madonne, fatte costruire a Napoli abusivamente dai referenti di zona del clan Contini, per sfruttare, anche in maniera sacrilega, il potere criminale e raccogliere così soldi attraverso le questue: anche nell’operazione di carabinieri e Dda di oggi trova conferma l’attitudine della camorra di accostare il sacro al profano.

A parlarne in quest’ultima tranche investigativa della procura di Napoli, che riguarda una delle famiglie più potenti dell’Alleanza di Secondigliano, sono i collaboratori di giustizia. «Ad esempio sotto la casa di Gennaro De Luca – spiega un pentito agli investigatori – c’é la cappella che ha fatto erigere lui; è una cappella della Madonna dell’Arco; mentre Luigi Galletta ha Padre Pio.

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E ognuno di questi referenti ci tiene ad avere la cappella perché quando fanno le questue si raccolgono i soldi che vanno al referente locale dei Contini». Poi ci sono le bandiere, si legge ancora nello stesso verbale di interrogatorio, «che recano i nomi delle varie famiglie mafiose: Bosti, Contini… queste bandiere sono conservate nelle chiese».

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