Il racconto del pentito Cavaliere: l’agguato organizzato nello stesso giorno del delitto di Luigi Tommasino
«Belviso, Romano e Polito mi hanno detto che erano scesi da Scanzano per trovare ‘una puttana’ (ovvero una persona da colpire), che avevano girato vicino al magazzino di quella ‘puttana’ e che c’era la moglie. Soltanto dopo l’omicidio di Tommasino – così racconta Renato Cavaliere nel verbale da collaboratore di giustizia del 27 maggio 2015 – Belviso mi ha detto che erano andati al negozio di Luigi Tommasino e che volevano fare finta di commettere una rapina in modo da ucciderlo dentro al negozio. Neppure Catello Romano me lo ha detto prima dell’omicidio Tommasino, anche se sono sicuro che me lo avrebbe voluto dire e che non lo ha fatto perché Belviso gli aveva detto di non dirmelo».
Ma c’è dell’altro. «La mattina del giorno in cui è stato commesso l’omicidio di Luigi Tommasino – continua Cavaliere – con Belviso, Romano e Polito siamo scesi da Scanzano» con l’obiettivo di «ferire Ciro, il fratello di Pupetta Maresca».
«Io e Belviso, che non dovevamo sparare, siamo scesi con la motocicletta pulita di Belviso, mentre Polito e Romano sono scesi con una motocicletta rubata – e qui il racconto si fa ingarbugliato, perché gli eventi si sovrappongono – Mentre eravamo in attesa di sorprendere il fratello di Pupetta Maresca, che gestiva dei campi di calcetto, è arrivata la macchina di Luigi Tommasino Luigi che era insieme alla moglie. I due sono scesi dalla macchina, mentre stavano arrivando Catello Romano e Raffaele Polito. Belviso ha detto ai due di fermarsi perché c’erano i bambini che stavano uscendo da scuola. Quella mattina non sono riuscito a vedere bene Tommasino».
Poi glielo indicarono: «Belviso mi ha detto che quello era Tommasino, che faceva un cofano di soldi e che non portava niente a noi e che quindi doveva morire. lo ho detto a Belviso che potevamo farlo uccidere dai ragazzi, cioè da Romano e da Polito che erano in zona pronti a sparare al fratello di Pupetta Maresca. Belviso mi ha risposto che era meglio che ad uccidere Tommasino Luigi fossi io, in alternativa, il mio compariello. A sparare al fratello di Pupetta Maresca doveva essere Raffaele Polito».