L’imputato: «Non per farle del male, ma per provocare un aborto»
«Ho somministrato il veleno per topi a Giulia mentre dormiva, qualche chicco, per due volte nella prima metà di maggio. Ma non per farle del male, ma per provocare un aborto». Lo ha detto Alessandro Impagnatiello, interrogato oggi in aula, durente il processo in cui è accusato di aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza. «Non è stata una cosa continuativa. E’ avvenuto a maggio è in due occasioni, a distanza breve», ha aggiunto
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«Sono andato a pranzo da mia mamma con l’auto, a bordo c’era il corpo di Giulia» ha spiegato Alessandro Impagnatiello, raccontando in aula l’episodio del 30 maggio del 2023, tre giorni dopo l’omicidio di Giulia, prima che lasciasse il cadavere dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri dalla loro abitazione a Senago, nel Milanese. Raccontato i dettagli dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, l’ex barman ha risposto «assolutamente no» quando gli è stato chiesto dal pm Alessia Menegazzo se qualcuno lo abbia aiutato ad uccidere la 29enne o a nascondere il cadavere.
Impagnatiello ha però ammesso di aver tentato di sviare le indagini: «I messaggi che mandavo a Giulia erano lettere di addio, era quella parte di me che non credeva a ciò che era successo. Una parte di me che contrastava con quella che aveva agito senza controllo quella sera».