Emirati Arabi negano l’estradizione: Danilo Coppola può restare a Dubai

Il 56enne: «Qui non c’è il preconcetto, vige la meritocrazia»»

Può restare a Dubai dove vive ormai da tempo, dopo qualche anno trascorso anche in Svizzera, Danilo Coppola, l’immobiliarista romano di 56 anni protagonista della stagione dei «furbetti del quartierino» e delle scalate bancarie di una ventina d’anni fa. Gli Emirati Arabi Uniti, come comunicato ai suoi legali, dopo diverse udienze negli ultimi mesi hanno respinto la richiesta di estradizione dell’Italia, che si basava su un mandato d’arresto internazionale eseguito cinque mesi fa, e su una condanna definitiva per bancarotta del 2022. Una volta estradato sarebbe finito in carcere per scontare una pena di oltre 6 anni.

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«Sono molto emozionato, qui la giustizia funziona, non c’è il pregiudizio, non c’è il preconcetto, vige la meritocrazia», ha detto Coppola in un video sul suo canale social, raccontando che i giudici degli Emirati hanno «analizzato» gli atti e le «persecuzioni che mi riguardano» e «ritengono che la mia persona sia perseguitata». E il suo legale, l’avvocato Gaetano De Perna, ha commentato: «Finalmente un Giudice a Berlino … non conosciamo ancora le motivazioni, ma ce n’erano molteplici per rigettare la richiesta di estradizione. Il mio studio ci ha lavorato tanto, ma alla fine la giustizia trionfa comunque».

L’arresto e i processi

Coppola era stato arrestato a dicembre ad Abu Dhabi su mandato emesso dal pm di Milano Adriana Blasco dell’Ufficio esecuzione, guidato dall’aggiunto Eugenio Fusco. In poche ore, comunque, era stato rilasciato. Era seguita la richiesta di estradizione sulla base della condanna definitiva a 7 anni del primo luglio 2022 per tre diversi episodi di bancarotta fraudolenta: i crac del ‘Gruppo Immobiliare 2004’, di ‘Mib Prima spa’ e di ‘Porta Vittoria spa’, quest’ultimo dichiarato il 15 settembre 2016. La pena definitiva era stata ridotta, poi, a 6 anni, 2 mesi e 12 giorni considerando il periodo già trascorso tra carcere e domiciliari in fase cautelare. A cui sono stati aggiunti anche tre mesi per una condanna per diffamazione a Bergamo.

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Per Coppola, che all’epoca aveva patteggiato per il caso Antonveneta, lo scorso 19 marzo a Milano è arrivata anche un’altra condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi nel processo milanese per il caso «Porta Vittoria bis», sempre per bancarotta. Una condanna che ha portato la pena finale, «in continuazione» con quella del precedente filone, a 9 anni e 8 mesi. Inoltre, l’immobiliarista è a processo, ancora una volta nel capoluogo lombardo, anche per il caso Prelios. In questo procedimento le autorità elvetiche, tra l’altro, avevano negato in passato la sua consegna all’Italia per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia in carcere per l’accusa di tentata estorsione.

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