Sono 80 gli episodi contestati
I retroscena dell’operazione che ha portato allo smantellamento di un gruppo specializzato nelle truffe agli anziani ha fatto emergere un sistema rodato. La tecnica utilizzata era quasi sempre la stessa: il telefonista chiamava la vittima (che è quasi sempre molto anziana o in condizione di vulnerabilità) presentandosi come un parente stretto, o come funzionario delle Poste o come maresciallo dei carabinieri.
Poi la comunicazione relativa al coinvolgimento di un nipote o un figlio nella spedizione di un pacco che avrebbe potuto comportare conseguenze negative se non ritirato; oppure nel coinvolgimento in un incidente stradale con feriti, tale da imporre il pagamento immediato di multe o indennizzi. Poi la richiesta di pagamento in contanti o gioielli. Sono 80 gli episodi contestati agli indagati, consumati nelle province di Roma, Napoli, Latina e Viterbo, nell’arco temporale che va tra il 13 settembre 2022 e il 20 marzo 2023.
Sono state le intercettazioni a tracciare l’organigramma e il modus operandi del gruppo. Uno degli indagati, Giovanni, chiede se Alfonso ed Eduardo stessero ancora lavorando tutti insieme e Alfonso dichiara che Eduardo si era messo in proprio con Raffaele. Nella conversazione fanno riferimento anche all’inasprimento delle pene rispetto al al fenomeno delle truffe e alla qualificazione dei fatti come «rapina» ed «estorsione» anziché nella meno grave fattispecie di truffa. Alfonso afferma, rivolgendosi virtualmente all’autorità giudiziaria: «Non mi puoi dare estorsione».
Il padre Giovanni gli risponde: «Ti possono dare pure rapina». Il giovane replicava: «Eh, ma un avvocato buono ti fa cadere tutto». A quel punto il padre spiega che tutto dipende da cosa dice la vittima e Alfonso, intendendo dire che lui si limitava a fare le telefonate e che a suo parere non poteva rispondere di eventuali comportamenti violenti dei trasfertisti, asserisce: «Eh, ma io dico a noi», intendendo ai telefonisti, ovvero ai capi.
Giovanni racconta di un ragazzo che in carcere è stato picchiato per un pezzo di Parmigiano ed Alfonso replica chiedendo se lui è a posto. Il padre dice di «sì» e che si fanno «molte amicizie in carcere». Alfonso, scherzando, gli dice: «Ma ora che esci ti metti anche tu a ‘sistema’ a fare la malavita». Giovanni replica che nel carcere «non ci sta rispetto perché ora sono tutti giovani» e fa l’esempio della serie tv Mare Fuori.