Il ministro: «Dovrebbe riflettere sulle sue parole che sono davvero sconcertanti»
«De Luca dovrebbe riflettere sulle sue parole che sono davvero sconcertanti. Don Patriciello è una persona che ha speso la sua vita per i giovani, per la socialità, per strappare tante persone al degrado e per combattere la camorra. Non si fa dell’ironia così becera su chi si impegna su questo fronte. Bisogna soltanto schierarsi incondizionatamente contro la criminalità e contro ogni forma di camorra».
Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è tornato sulle dichiarazioni del governatore campano in relazione al ruolo del sacerdote di Caivano, sollecitato dai giornalisti in occasione oggi della visita alla restaurata Chiesa del Complesso dei Girolamini nel centro antico di Napoli.
«Non credo che don Maurizio Patriciello abbia mai rivendicato alcun monopolio nella lotta alla camorra – ha aggiunto il ministro -. La lotta alla camorra la fanno tutti quanti e la si fa anche come facciamo noi portando cultura, portando l’alimento spirituale della cultura che migliora le persone e crea buoni cittadini». E, rispondendo ad una domanda sulle risorse per Caivano, Sangiuliano ha sottolineato: «Noi con grande umiltà e senza annunci trionfali abbiamo dato il nostro concorso stanziando sui grandi progetti una quota per creare un centro polifunzionale e culturale all’interno di quell’area».
Secondo Sangiuliano «la cultura è l’antidoto più forte contro ogni forma di violenza». Il ministro ha citato poi «il coro di cui si è occupato il sottosegretario Gianmarco Mazzi per far fare musica ai giovani, perché chi fa musica non ha altre tentazioni».
«Se guardate gli atti della Conferenza Stato-Regioni scoprirete – ha detto il ministro rivolgendosi ai giornalisti – che De Luca ha votato contro provvedimenti a vantaggio della stessa Regione Campania», ha affermato aggiungendo: «Ha votato contro per la Villa Romana di Positano, contro la riqualificazione del Monte di Pietà dove deve nascere il Museo per Totò, contro il Museo del Libro a Napolo, e non perché non condividesse i progetti ma perché non erano stati decisi da lui. Che atteggiamento vi fa venire in mente questo?».