Il prete anti-camorra risponde a De Luca che lo aveva definito: «Pippo Baudo dell’area Nord di Napoli»
«Mi dispiace per Pippo Baudo e non ci posso fare niente per la frangetta. Sono stato preso alla sprovvista dalle parole di De Luca. Il problema politico tra destra e sinistra mi riguarda poco, io sono il parroco di questo quartiere e mi sono rivolto a Meloni oggi, come in passato a Conte o a Renzi. Il governo sta mantenendo gli impegni presi ed è mio dovere non solo dirlo ma anche ringraziare».
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Commenta così Don Maurizio Patriciello, intervenendo a Rainews24 tramite i microfoni della Tgr Campania, dopo le parole del governatore della Campania, che ieri lo aveva definito «il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta».
Il sacerdote aggiunge: «Io sono pronto ad abbracciare De Luca, sono un prete, ma tirare in ballo me in questo momento, sono sotto scorta perché i camorristi mi hanno messo una bomba, significa mettere a repentaglio la mia vita perché dice ai camorristi ‘avete fatto bene’ e questo mi preoccupa, sono parole del tutto fuori luogo».
«Una pugnalata al cuore»
Ai microfoni di Radio24 ha spiegato ancora: «Ieri dopo una giornata di lavoro sono arrivato a casa veramente stanco, solo con il desiderio di riposare un poco e leggere qualcosa in santa pace – spiega -..Ho letto queste notizie sui social e ho avvertito come una pugnalata al cuore. Se mi avesse insultato un nemico lo capirei. Io sono sotto scorta perché il nemico mi vuole male, mi vuole mettere a tacere, la camorra ha messo una bomba fuori alla mia chiesa, il mio operato dà fastidio ma io annuncio solo il Vangelo che è dignità, libertà, solidarietà, ma anche denuncia del male».
Il convegno
In merito alla sua partecipazione al convegno sul premierato evidenzia: «L’altro giorno c’è stato un convegno a Montecitorio sul premierato, c’erano relatori di altissimo spessore culturale e politico, di diversa appartenenza politica. Sono stato invitato anche io, non dalla premier Meloni, ma dal commissario che abbiamo a Caivano. Ho apprezzato tantissimo gli interventi, tutti di altissimo livello. Io sono un prete, ho sempre chiesto aiuto alle istituzioni, a cominciare da quelle locali, ma se l’amministrazione locale è in combutta con la camorra a chi dovevo rivolgermi».
«Negli anni ho interpellato il governo Renzi, poi ho interpellato il governo Conte e poi siamo arrivati allo stupro terribile di due bambine. Così, questa estate, mi sono rivolto direttamente, con un messaggio, alla Meloni: vieni a riportare lo stato in questo luogo dove lo stato non c’è le ho scirtto. Lei poi è venuta, a distanza di una settimana, il 31 agosto e ha preso degli impegni che sta mantenendo».
«Il mio non è un giudizio sul governo Meloni, io sono un prete, la mia è una testimonianza su quello che il governo sta facendo a Caivano. Nei problemi politici io non sono mai entrato e neppure ci voglio entrare. Ora però ho il dovere di rispondere. Che un governatore si metta ad irridere un prete che vive sotto scorta, pubblicamente, chiamandolo Pippo Baudo mi addolora. A De Luca dico se hai voluto offendermi ci sei riuscito ma se da domani la camorra mi irriderà, questa cosaccia brutta brutta e pericolosa, pericolosa sappi che è dovuta anche al mio governatore e questa è una cosa che veramente mi fa soffrire tanto», conclude Don Patriciello.