Il terzo intervento da inizio anno
Arriva una norma per far confluire nelle casse dell’ex Ilva altri 150 milioni per garantire la continuità operativa dell’azienda di Taranto. Nel dl Agricoltura approvato in Consiglio dei Ministri non c’è invece la norma che prevedeva una garanzia dello Stato sulla futura vendita dell’ex Ilva per tutelare un futuro compratore, come era trapelato da una bozza.
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«Si tratta del terzo intervento da inizio anno che ha l’obiettivo di garantire la continuità operativa e occupazionale degli stabilimenti, sostenere l’attività dei commissari e intervenire laddove la precedente gestione non ha dato seguito agli impegni a suo tempo assunti», spiega il Mimit al termine del cdm a Palazzo Chigi. In totale i fondi erogati per l’azienda saranno 620 milioni, considerando i 150 milioni già concessi e i 320 milioni del prestito ponte, che dovrà avere il via libera dalla Commissione europea.
Le altre misure
Il decreto prevede inoltre «una misura per rafforzare la prevenzione del rischio incendi, che contemperando le esigenze di sicurezza con quelle di continuità degli impianti, dispone un rinvio di 48 mesi per la definitiva trasmissione del rapporto di sicurezza».
Si introducono, inoltre, norme che supportano l’operatività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per lo svolgimento di tali funzioni, anche mediante una più rapida immissione in servizio delle figure professionali essenziali alle attività di coordinamento delle squadre di intervento. Intanto per domani è previsto un incontro tra i coordinatori dei sindacati di categoria Fiom, Fim e Uilm con i commissari di Adi. I metalmeccanici chiedono un piano di rilancio con «garanzie» su occupazione, ambiente e produzione.
I sindacati
«Senza un chiaro piano di rilancio della produzione di tutti gli stabilimenti ex Ilva e la garanzia dell’intera occupazione, compresa quella dell’indotto e dei lavoratori in Ilva a.s, è difficile proseguire un vero confronto», ha detto il segretario nazionale Uilm, Guglielmo Gambardella.
«Nell’ultimo incontro a palazzo Chigi abbiamo già dichiarato la nostra insoddisfazione sulle linee guida del piano industriale e ci attendiamo un incontro concreto per conoscere tempi, modalità e risorse per la ripartenza degli impianti e il ritorno al lavoro dei tremila attualmente in cassa integrazione», ha spiegato l’esponente sindacale. «Sono 20 mila i lavoratori che attendono risposte, dai commissari non vogliamo annunci», ha sottolineato il coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, Loris Scarpa.