Il miracolo di San Gennaro si compie in ritardo

di Enrico Biasi

Il sangue del Patrono si è liquefatto solo dopo un paio d’ore dall’uscita dalle teche

Il prodigio si è compiuto in ritardo, il sangue di San Gennaro si è sciolto solo dopo un paio d’ore dall’uscita dalle teche. Il miracolo di maggio, tradizione che risale a secoli fa, rito che unisce la fede, la storia e l’identità di Napoli, non è arrivato quando i fedeli se lo aspettavano. Era atteso per oggi pomeriggio, il sabato che precede la prima domenica del mese.

Una giornata solenne per i napoletani che si erano riuniti per onorare il Santo Patrono, il vescovo martire la cui devozione è radicata profondamente nell’anima della città. Quest’anno, come sempre, l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, ha presieduto alla cerimonia, prelevando le reliquie e le ampolle di San Gennaro dalla Cappella del Tesoro nel Duomo. Ma mentre la processione si snodava attraverso le strade del centro storico, c’è stato qualcosa di anomalo.

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Il sangue del Santo Patrono, noto per il suo miracoloso scioglimento, non è uscito sciolto dalla teca. Lungo il percorso, i parroci hanno continuato a onorare San Gennaro con l’offerta dell’incenso e il suono delle campane, mentre i fedeli seguivano con devozione. Nell’aria c’era attesa ansiosa, un misto di speranza e timore.

Una volta giunti nella basilica nel cuore di Napoli, l’arcivescovo Battaglia ha celebrato la Messa, come da tradizione. Ma il momento culminante della cerimonia, l’attesa certificazione del miracolo, è stato segnato da un silenzio carico di significato. L’ampolla contenente il sangue del martire è rimasta ferma, senza alcun segno di scioglimento. Poi il prodigio si è compiuto e in tanti hanno tirato un sospiro di sollievo.

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