Il sangue del Patrono si è liquefatto solo dopo un paio d’ore dall’uscita dalle teche
Il prodigio si è compiuto in ritardo, il sangue di San Gennaro si è sciolto solo dopo un paio d’ore dall’uscita dalle teche. Il miracolo di maggio, tradizione che risale a secoli fa, rito che unisce la fede, la storia e l’identità di Napoli, non è arrivato quando i fedeli se lo aspettavano. Era atteso per oggi pomeriggio, il sabato che precede la prima domenica del mese.
Una giornata solenne per i napoletani che si erano riuniti per onorare il Santo Patrono, il vescovo martire la cui devozione è radicata profondamente nell’anima della città. Quest’anno, come sempre, l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, ha presieduto alla cerimonia, prelevando le reliquie e le ampolle di San Gennaro dalla Cappella del Tesoro nel Duomo. Ma mentre la processione si snodava attraverso le strade del centro storico, c’è stato qualcosa di anomalo.
Il sangue del Santo Patrono, noto per il suo miracoloso scioglimento, non è uscito sciolto dalla teca. Lungo il percorso, i parroci hanno continuato a onorare San Gennaro con l’offerta dell’incenso e il suono delle campane, mentre i fedeli seguivano con devozione. Nell’aria c’era attesa ansiosa, un misto di speranza e timore.
Una volta giunti nella basilica nel cuore di Napoli, l’arcivescovo Battaglia ha celebrato la Messa, come da tradizione. Ma il momento culminante della cerimonia, l’attesa certificazione del miracolo, è stato segnato da un silenzio carico di significato. L’ampolla contenente il sangue del martire è rimasta ferma, senza alcun segno di scioglimento. Poi il prodigio si è compiuto e in tanti hanno tirato un sospiro di sollievo.