La madre dell’assalitore: solidarietà alle vittime, mi dissocio dal comportamento di mio figlio
Da due giorni c’è una processione di persone nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. È lì che sono ricoverati Carlo e Raoul, di 15 e 15 anni, i due ragazzi feriti a coltellate nel corso di una lite all’Arenile di Bagnoli martedì sera. Sono entrambi in Rianimazione, le condizioni sono stazionarie. Carlo è stato colpito con tre fendenti allo stomaco, Raoul al fegato.
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«Quando abbiamo saputo che erano in ospedale ci è caduto il mondo addosso» hanno riferito i genitori dei ragazzi raccontando la vicenda. Tutto nato per una spinta mentre ballavano durante una festa pomeridiana in discoteca, di quelle che terminano in prima serata. «Secondo me era un pretesto – dice un amico – Quelli cercavano la lite e si sono scagliati su di loro».
Le indagini sono state rapide ed hanno consentito di individuare, mentre era ancora sul posto, il presunto autore del ferimento. Si tratta di un 17enne di Secondigliano che presentava ferite da taglio alle mani. Poco distante, gli agenti del commissariato di zona hanno anche recuperato l’arma che era stata gettata nei pressi di una staccionata. Per il giovane è scattato l’arresto per tentato omicidio. Siccome è incensurato, è stato messo in una comunità.
Il sostegno degli amici su TikTok
La madre dell’aggressore ha deciso, tramite il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli di prendere le distanze dall’atto di violenza del figlio e di esprimere la propria solidarietà ai familiari delle due vittime: «Mi dispiace per le condizioni di salute dei ragazzi. Ho la morte nel cuore e come madre esprimo la mia vicinanza alle loro famiglie. La violenza in qualunque forma non va praticata né incitata per cui ritengo di dissociarmi come madre e civile cittadina da qualunque forma di violenza ed incitazione ad essa; lascio, tuttavia agli inquirenti gli accertamenti del caso».
«Apprezziamo molto la presa di posizione di questa madre. Intanto però – continua il parlamentare – proseguono i video e le foto pubblicate sui social e i messaggi di solidarietà e sostegno al 17enne arrestato da parte degli amici (“Non importa com’è andata. L’importante è che l’ann avut e nun l’amm pigliat. Ti sto semp vicino sang mij, affronteremo anche questo a testa alta”). Un esempio della peggiore cultura criminale, inculcata anche nelle generazioni più giovani. Tra l’altro secondo i familiari alcuni presenti durante l’aggressione sarebbero stati avvicinati per spingerli a non testimoniare».