L’Europarlamento approva la prima direttiva contro la violenza sulle donne

di Antonella Di Martino

Vergogna Pd e M5S: unici a votare contro la nuova norma

Il Parlamento Europeo ha approvato, con 522 voti a favore, 27 contrari e 72 astensioni, la prima normativa dell’Unione Europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. La delegazione del Partito democratico all’Eurocamera (con l’eccezzione di Franco Roberti e Daniela Rondinelli) e la delegazione degli eurodeputati del M5s hanno votato contro.

Cosa prevede

La direttiva chiede leggi più severe per contrastare la violenza informatica, una migliore assistenza alle vittime e misure per prevenire gli stupri. Il testo è già stato concordato informalmente con il Consiglio. La direttiva vieta le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati e stabilisce linee guida particolari per i reati commessi online, come la divulgazione di informazioni private e il cyberflashing.

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La nuova legislazione includerà un elenco più lungo di circostanze aggravanti per i reati che comportano pene più severe, come i crimini contro personaggi pubblici, giornalisti o difensori dei diritti umani. Le nuove aggravanti riguardano anche l’intenzione di punire le vittime per il loro genere, l’orientamento sessuale, il colore della pelle, la religione, l’origine sociale o le convinzioni politiche, e il desiderio di mantenere o ristabilire «l’onore».

La sicurezza e il benessere delle vittime devono avere la priorità, anche attraverso l’accesso ad alloggi protetti. Sarà obbligatorio rendere accessibile l’assistenza sanitaria, compresi i servizi per la salute sessuale e riproduttiva. Le autorità nazionali avranno maggiori obblighi di segnalazione e di raccolta delle prove e dovranno sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che il sesso non consensuale è considerato un reato.

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La co-relatrice: «Si tratta di un atto legislativo di ampia portata»

Per la co-relatrice della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, Frances Fitzgerald (Ppe, Irlanda), «il Parlamento ha compiuto i primi passi per fare dell’Europa il primo continente al mondo a porre fine alla violenza contro le donne. Si tratta di un atto legislativo di ampia portata che preverrà la violenza contro le donne, proteggerà le vittime e perseguirà i responsabili, garantendo in tal modo un approccio olistico per affrontare questi crimini efferati. Non ci può essere uguaglianza senza l’eliminazione della violenza contro le donne; dobbiamo garantire che non ci possa essere impunità per coloro che commettono tali crimini». Le nuove norme entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri hanno tre anni per recepire le nuove norme.

Le polemiche

La decisione del Pd e di M5S è stata giudicata «sconcertante» dal copresidente di Ecr Nicola Procaccini che descrive il loro voto contrario «un atteggiamento privo di senso». «Per una volta che eravamo tutti d’accordo, da destra a sinistra, compresa la relatrice socialista. Gli eurodeputati di Pd e 5 Stelle scelgono il voto contrario pressoché da soli mandando così messaggio di lontananza e disinteresse alle donne italiane ed europee», ha aggiunto Procaccini.

«A causa della miopia e dell’arroganza dei governi nazionali è stato svuotato un testo lungimirante e innovativo approvato da Parlamento e Commissione. Come spiegheremo alle donne che è stata approvata una direttiva sulla lotta alla violenza contro di loro che non contempla che senza consenso è sempre stupro», sottolinea in una nota Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo.

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