Raid fuori alla chiesa di Afragola: il gesto della gola tagliata prima dell’aggressione

di Enrico Biasi

La decisione del gip: uno degli indagati resta in carcere, 3 ai domiciliari. Scarcerato un 21enne

Prima del raid all’esterno della chiesa altre aggressioni, una delle quali, a Capodanno, era costata a un uomo delle gravissime lesioni tendinee a una mano per aver subito un colpo con un martello da muratore, costringendolo ad un intervento chirurgico presso l’ospedale di Acerra. È il retroscena che emerge dall’indagine lampo dopo la violenta aggressione ad Afragola.

L’evidenza delle condotte emerge dalle telecamere di sorveglianza. Si nota persino uno degli indagati mimare il gesto del tagliare la gola. Il gip non ha convalidato il fermo (perché non sussisterebbe il pericolo di fuga), ma gli indagati restano detenuti, ad eccezione di un 21enne. È questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Daniele Grunieri in merito agli indagati per i fatti di Afragola, Carmine Cesarano, 34 anni, Agostino Cesarano, di 29, Ferdinando Sellitto, 37 anni, e due 21enni (uno dei quali è stato liberato).

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Sono indiziati, a vario titolo, della violenta aggressione a colpi d’arma da fuoco e mazze da baseball avvenuta domenica ad Afragola in piazza Castello, che ha portato al ferimento di cinque persone, tre raggiunte da colpi di pistola, una alla gamba e la più grave all’addome, e due contuse per numerose bastonate.

Le indagini

Scene da far west avvenute poco dopo mezzogiorno mentre dalla vicina Chiesa di San Giorgio uscivano i fedeli dopo la messa domenicale in cui erano stati celebrati alcuni battesimi.

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A fronteggiarsi – è emerso dalle indagini – oltre dieci persone appartenenti a due nuclei familiari divisi da pregressi screzi originati da questioni di vicinato. Per gli inquirenti i fermati avrebbero aggredito in piazza i componenti dell’altra famiglia, a mani nude e con le mazze da baseball fino a quando non è spuntata una pistola con cui sono stati esplosi diversi colpi, che hanno ferito tre persone.

Sul posto erano presenti tre telecamere della videosorveglianza comunale, che hanno permesso agli investigatori della Polizia, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, di identificare i responsabili della violenta aggressione, il cui bilancio poteva essere drammaticamente più grave vista la presenza di tante persone in piazza.

Le amicizie pericolose di uno degli indagati

Le accuse nei confronti dei fermati sono triplice tentato omicidio, lesioni, porto e detenzione di arma da sparo e pubblica intimidazione con uso di armi. Per il solo Carmine Cesarano, l’uomo che avrebbe esploso quattro colpi di pistola, è stato disposto il carcere; mentre per gli altri i domiciliari. Alcuni degli indagati annoverano precedenti.

Uno è stato indagato in passato per rapina con sequestro di persona, un altro invece controllato con pericolosi soggetti vicini all’organizzazione criminale nota come dei ‘Panzaruttari’, riferibile al clan Moccia. Intanto si riunirà oggi alle 19 proprio Afragola, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica disposto dal prefetto di Napoli Michele di Bari. La decisione è stata presa a seguito dell’episodio avvenuto domenica La riunione, che si terrà alle ore 19 nella Sala Giunta del Municipio, sarà presieduta dal sindaco di Afragola, Antonio Pannone, dalla vicesindaco, Pina Castiello, sottosegretario di Stato.

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