Omicidio di Rosa Gigante, l’imputata chiederà giustizia riparativa

di Virginia Iadonisi

La scelta fortemente osteggiata dai familiari della vittima

«Ho fatto un guaio, ho ammazzato la signora Rosa»: ha ripercorso la mattina del 23 marzo 2023 Lorenzo Maresca, il 52enne compagno di Stefania Russolillo, la donna accusata di essere l’assassina di Rosa Gigante, la 72enne mamma del tik toker Donato De Caprio, il «re dei panini» notissimo grazie anche ai suoi tre milioni di follower.

L’udienza ha riservato anche un finale a sorpresa con l’annuncio dell’avvocato Alfonso Trapuzzano, legale dell’imputata, della presenza della Russolillo nella prossima udienza (finora non si è mai presentata) e la formalizzazione di un’istanza di accesso all’istituto della giustizia riparativa, scelta fortemente osteggiata dai familiari della vittima che più volte oggi hanno fatto sentire il loro dissenso provocando anche l’ammonimento del giudice.

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La ricostruzione dell’omicidio

«Quella mattina stava malissimo», ha raccontato Maresca che ai giudici della Corte di Assise di Napoli, al pm Maurizio De Marco e agli avvocati ha racconto di essersi accorto da alcuni segnali precursori («stringeva le mani e aveva le labbra tirate») che la compagna stava per diventare preda di una crisi.

Dalla precedente testimonianza, resa dalla responsabile dell’istituto di salute mentale di Soccavo dove la Russolillo era in cura, è emerso che la donna, con un passato da alcolizzata, è in cura per una patologia che la rende incapace soprattutto la mattina, di sostenere il peso della fatica. Ciononostante, però, quel giorno, la Russolillo decise di andare a fare la spesa, malgrado il dissenso del suo compagno: «È tornata intorno alle 11,40 terrorizzata – ha detto ai presenti – era tutta graffiata in viso, ho pensato a un’aggressione, invece mi ha detto ‘ho fatto un guaio, ho ammazzato la signora Rosa’».

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Durante l’esame il giudice ha voluto sottolineare il comportamento definito «illogico» di Maresca il quale, dopo avere appreso la notizia ed essersi precipitato due piani più in alto per bussare alla porta di casa Gigante, peraltro trovata chiusa, si è precipitato in auto verso il locale commissariato per denunciare quanto aveva appreso invece di allertare i soccorsi del 118 e le forze dell’ordine con una telefonata. Maresca ha anche confermato i litigi per questioni legate alla posta («diceva che gliela facevano sparire») e alla sporcizia in cui versava lo stabile. Prossima udienza fissata per il 27 maggio (ore 10) durante la quale verranno ascoltati due investigatori della Squadra Mobile di Napoli.

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