Era alla guida della terza auto
È morto in ospedale, dove era ricoverato dalla tarda serata del 6 aprile scorso, Cosimo Filantropia, l’uomo di 75 anni che era alla guida della terza auto rimasta coinvolta nell’incidente stradale a Campagna, nel Salernitano, in cui hanno perso la vita, il maresciallo Francesco Pastore di 24 anni e il carabiniere Francesco Ferraro, di 27. Sale a tre il numero delle persone decedute nello scontro tra le tre vetture, avvenuto sula strada statale 91 poco prima della mezzanotte di sabato.
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Le condizioni dell’uomo erano apparse gravi sin da subito; era stato trasportato dai sanitari del 118 al presidio ospedaliero Santa Maria della Speranza di Battipaglia e ricoverato in prognosi riservata. L’uomo, pensionato, era originario di Campagna e, alla guida di un’utilitaria, stava percorrendo la statale 91 per rientrare a casa quando è avvenuto l’incidente che ha coinvolto un suv bianco, l’auto di servizio dei carabinieri e la sua vettura. Alla guida del suv bianco c’era una donna di 31 anni, Nancy Liliano, indagata dalla Procura di Salerno per omicidio stradale; l’automobilista è stata dimessa pochi giorni fa dall’ospedale di Oliveto Citra.
Il sindaco: «Sono giorni davvero tristi»
«La tragedia che ha colpito la nostra comunità continua a straziare i nostri cuori. Dopo la scomparsa dei due giovani Carabinieri, abbiamo tristemente appreso della perdita del nostro concittadino Cosimo Filantropia, anch’egli coinvolto nel drammatico incidente verificatosi appena una settimana fa, ma che ancora scuote le nostre coscienze e il nostro animo» scrive sui social il sindaco di Campagna Biagio Luongo.
«Sento il bisogno di rinnovare alla famiglia Filantropia tutto il mio sostegno e la mia vicinanza. A nome delle istituzioni tutte, della cittadinanza e dell’Amministrazione inviamo le più sentite condoglianze. Sono giorni davvero tristi che ci pongono inermi al cospetto di un destino imprevedibile e sconcertante. La Città intera tributa il suo estremo saluto al nostro caro concittadino e tutti insieme ci uniamo al dolore dei familiari», conclude.