Gli affiliati al clan portano le iniziali del ras detenuto Arcangelo Abbinante disegnate sul corpo
Il brand è «un nome, termine, segno, simbolo, o disegno, o una combinazione di questi che mira a identificare i beni o i servizi di un venditore o un gruppo di venditori e a differenziarli da quelli dei concorrenti». Il clan Abbinante ha creato uno o più loghi che impressi sul corpo dei propri affiliati permette di identificarli e perciò differenziarli dai componenti di altri gruppi malavitosi. Un dettaglio che merse dall’arresto di un uomo il 15 ottobre 2020. Fu sorpreso mentre trasportava circa 31 chili di hashish che finirono sotto sequestro.
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L’uomo, rassegnato alle manette, con atteggiamento di forte orgoglio e dinnanzi anche alle persone giunte in via Anna Magnani, luogo dell’arresto, mostrò un segno che si era fatto tatuare sulla parte bassa dello stinco sinistro. Sollevò di proposito il pantalone e mostrò il tattoo che raffigurava il numero «17» a caratteri cubitali.
Arcangelo Abbinante: «AA17»
Di più. Nella parte alta del numero 1 c’era impressa la lettera «A» stilizzata. Il riferimento era diretto al capo dell’omonimo clan da lui retto almeno sino alla data dell’arresto, Arcangelo Abbinante, figlio di Antonio, in carcere anche per omicidio. L’indelebile omaggio, asseriva il soggetto, era segno tangibile della dimostrazione che egli era e restava un suo «fedelissimo» seguace.
Il tatuaggio richiama le iniziali del nome e del cognome di Arcangelo Abbinate e anche il suo giorno di nascita, ovvero il 17. Le indagini moderne passano anche attraverso i social. Dall’analisi più recente del profilo di un altro affiliato indagato come capo della piazza di spaccio in via Anna Maria Ortese, nella zona della cosiddetta «Trentatré», si nota attribuire la simbologia «A17», ma anche «AB17» o ancora semplicemente «AB» proprio all’effige di Arcangelo Abbinante figlio di Antonio e, più in generale, al clan Abbinante di cui egli stesso si identifica come appartenente.