L’uomo uccise la sorella sotto casa
Inizierà il 16 aprile il processo d’appello per Alberto Scagni, l’uomo che il primo maggio 2022 uccise a coltellate la sorella Alice sotto casa a Genova Quinto. Era stata la Procura a impugnare la sentenza di condanna a 24 anni e sei mesi. La Corte d’assise, presieduta dal giudice Massimo Cusatti, aveva dichiarato l’assassino seminfermo di mente e aveva escluso l’aggravante della crudeltà e del mezzo insidioso.
Il pubblico ministero Paola Crispo aveva fatto appello proprio sull’esclusione dell’aggravante e sul riconoscimento del vizio parziale di mente. Il consulente della Procura aveva dichiarato Alberto Scagni (difeso dagli avvocati Mirko Bettoli e Alberto Caselli Lapeschi) totalmente capace.
Scagni, sette ore prima dell’omicidio, aveva chiamato al telefono i genitori minacciando loro, la sorella e il cognato, se non avesse ricevuto dei soldi. Il padre aveva chiamato la Questura ma le volanti non erano intervenute perché «non c’era un pericolo attuale e concreto». Si era piazzato sotto casa di Alice e quando lei era scesa in strada con il cane l’aveva colpita con un coltello che si era portato da casa.
Gli agenti delle volanti lo avevano arrestato poco distante. Intanto il giudice Carla Pastorini deve decidere se accogliere la richiesta di archiviazione del procedimento bis, quello sulle presunte omissioni di due poliziotti e della dottoressa del dipartimento di Salute mentale della Asl3. Per la Procura tutti e tre avrebbero agito correttamente, mentre per i familiari avrebbero sottovalutato il pericolo.