Intanto la madre della bimba ha chiesto un nuovo sopralluogo
I pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda hanno chiesto il rinvio a giudizio di Abel Argenis Alvarez Vasquez, 30 anni, lo zio materno della piccola Kata, la bimba peruviana scomparsa da giugno dell’anno scorso, e di altre tre persone, nell’inchiesta sul presunto racket delle camere nell’ex hotel Astor a Firenze e su un tentato omicidio avvenuto nell’edificio occupato alla fine di maggio del 2023.
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Secondo le indagini, come riportano oggi i quotidiani locali, lo zio di Kata, che è anche la persona a cui la bambina era affidata il giorno del suo rapimento, sarebbe stato il braccio destro del «padrone dell’Astor», l’uomo che decideva chi poteva restare a dormire e chi doveva andare via: Carlos Martin De La Colina Palomino, 38 anni, peruviano. Anche per lui la procura ha chiesto il processo, così come per due connazionali, accusati di aver preso parte alle aggressioni nello stabile occupato: Nicolas Eduardo Lenes Aucacusi, 40 anni, e Carlos Manuel Salinas, di 64 anni. Tutti gli indagati sono assistiti dall’avvocato Elisa Baldocci.
La ricostruzione
I reati contestati sono, a vario titolo, estorsione, tentata estorsione e rapina, commessi tra novembre 2022 e maggio 2023, oltre a tentato omicidio e lesioni gravi. Queste ultime accuse vengono mosse per un episodio violento avvenuto la sera del 28 maggio 2023, quando, secondo la ricostruzione della procura, un uomo originario dell’Ecuador fu costretto a gettarsi da una finestra dell’Astor per sfuggire ad un raid di uomini armati di mazze e bastoni di ferro, facendo un volo di sette metri e riportando gravi lesioni.
Ogni camera, secondo le indagini, sarebbe stata acquistata dai relativi occupanti pagando un prezzo tra i 500 e i 1000 euro ai «padroni» dell’occupazione. Gli indagati si sono sempre difesi negando le accuse e specificando che il denaro che veniva richiesto era impiegato per la manutenzione delle stanze. L’udienza preliminare è fissata il 21 maggio dinanzi al giudice Fabio Gugliotta. Intanto la madre di Kata, attraverso il suo legale, l’avvocato Antonio Petroncini, ha chiesto di poter svolgere un nuovo sopralluogo nell’ex Astor, che è stato intanto dissequestrato.