Le forze dell’ordine cercano i complici di Catello Martino
Omicidio di Alfonso Fontana. Si aggrava la posizione di Catello Martino, 52 anni di Castellammare di Stabia e ritenuto vicino al clan camorristico dei D’Alessandro, presunto assassino del 24enne ucciso lo scorso 7 febbraio a pochi passi dal tribunale di Torre Annunziata. L’uomo era in stato di fermo dal 20 febbraio scorso.
Questa mattina, l’uomo, è stato raggiunto da un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, eseguita dai militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, ed emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia.
L’uomo è ritenuto gravemente indiziato dei reati di omicidio commesso con premeditazione e per motivi abbietti nonché di detenzione e porto illeciti in luogo pubblico di un’arma da fuoco, reati aggravati dalla modalità mafiosa e dal fine di affermare la superiorità del clan D’Alessandro, operante sul territorio di Castellammare di Stabia.
In particolare, dalle investigazioni sarebbe emerso il presunto coinvolgimento, quale esecutore materiale, dell’indagato nell’omicidio di Alfonso Fontana, in concorso con altre persone al momento non identificate, mediante esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco.
Secondo gli inquirenti Alfonso Fontana era considerato una delle giovani leve della criminalità stabiese, ritenuto vicino ad una delle famiglie camorristiche che operano nella zona dell’Acqua della Madonna a Castellammare di Stabia. Il 24enne era nipote di Antonio Fontana (ex collaboratore di giustizia ed esponente dello stesso sodalizio criminale), ucciso in un agguato avvenuto ad Agerola nel 2018.