Inauguarata l’esposizione al Palazzo Reale di Napoli
Arriva a Napoli, dopo l’allestimento realizzato a Roma, la mostra «Tolkien – Uomo, professore, autore», in occasione dei settant’anni dalla pubblicazione dei primi due volumi de Il Signore degli Anelli. L’esposizione nel capoluogo partenopeo, all’interno del Palazzo reale, si arricchisce di alcune lettere indirizzate a studenti per dar loro consigli sul lavoro, che contribuiscono ad una lettura più intima dell’autore inglese. John Ronald Reuel Tolkien, secondo il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, esprime «valori importanti. Il valore della solidarietà, perché i suoi personaggi sono solidali fra di loro e questi sono valori eterni, di riferimento per la cultura occidentale ma soprattutto un valore secondo me primario, la difesa dell’umano».
«Difende l’umanità delle persone, delle donne, degli uomini – spiega il Ministro – rispetto a quei tentativi di derubricare gli esseri umani a meri codici a barre, a meri consumatori, mentre invece ciascuno di noi ha una sua specificita’, un suo valore intrinseco che e’ dato dalla sua umanita’».
Sangiulianno, che tra i personaggi di Tolkien dice di preferire «quello di Tom Bombadil», presente anche nel primo libro del Il Signore degli Anelli, ricorda che l’autore inglese «visitò l’Italia, non venne a Napoli, si fermò ad Assisi e a Venezia», ed ebbe contatti con Benedetto Croce, che «è nato a Pescasseroli ma è stato un Napoletano de facto, perché ha vissuto a lungo a Napoli». Anche le testimonianze di questi contatti sono parte della mostra che, da oggi, resterà aperta al pubblico fino al 2 luglio prossimo.
«L’allestimento ha una caratterizzazione un po’ più intima – dice Oronzo Cilli, curatore della mostra – abbiamo voluto esporre oggetti, alcuni lettere, alcuni libri appartenuti a Tolkien, tra cui qui ce ne sono un paio che a Roma non c’erano, e che raccontano un po’ l’uomo nella sua intimità, non solo Tolkien l’autore de Il Signore degli anelli».
«Forse l’oggetto più importante è un baule – spiega Cilli – utilizzato dalla famiglia dell’autore nel viaggio dal Sudafrica all’Inghilterra». Con Benedetto Croce «c’è un rapporto particolare – dice ancora Cilli – perché Croce, nel periodo che è stato a Oxford, ha avuto legami con amici e colleghi di Tolkien. Nel ‘23 Croce diventa presidente di un’associazione inglese di cui Tolkien nello stesso anno diventa socio». Quindi condividono l’esperienza di questa associazione e «in alcuni momenti, in alcuni scritti di Tolkien si puo’ percepire una conoscenza di Tolkien del filosofo Croce». «C’è da dire – conclude il curatore della mostra – che Croce aveva nel sua biblioteca, e noi l’abbiamo esposto, un libro di Tolkien, un Beowulf del ‘36»