Castellammare, il museo archeologico Libero d’Orsi riapre al pubblico

Percorso ampliato, depositi visitabili e scuola di formazione e digitalizzazione

Il Museo Archeologico di Stabia Libero d’Orsi riapre al pubblico il 6 marzo nel suo rinnovato allestimento, con un percorso ampliato, depositi visitabili e scuola di formazione e digitalizzazione. All’inaugurazione del nuovo percorso museale assieme al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, sono intervenuti il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, il prefetto capo della Commissione Straordinaria di Castellammare di Stabia, Raffaele Cannizzaro, il direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, la direttrice del museo D’Orsi, Maria Rispoli.

Si duplicano le sale e si arricchisce la collezione di opere provenienti dalle ville del territorio: 507 i reperti ora esposti, tra dipinti murali, arredi marmorei, suppellettili in ceramica e bronzo. Il percorso si integra con tecnologie e apparati multimediali didattici. Valorizzati anche i depositi del complesso, non più solo luoghi di conservazione ma anche di fruizione e ricerca, aperti al pubblico. «La riapertura al pubblico del Museo Archeologico di Stabia, con il suo nuovo allestimento, le sue collezioni arricchite dai reperti provenienti dalle ville stabiesi e la riunione temporanea con quelli conservati al Mann, le sue sale rinnovate, il centro di formazione avanzato, è una notizia bellissima per la cultura», sottolinea Sangiuliano.

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«Questo è un sito unico che, grazie al lavoro di tutti, torna a splendere e ad offrire ai cittadini e agli appassionati un’offerta incredibile di testimonianze storiche di grandissimo rilievo. Il nuovo Museo di Stabia sarà una delle perle di questo progetto che testimonia, ancora una volta, la centralità che la Campania ha per l’archeologia mondiale e la nostra scelta di continuare ad investire su queste meravigliose ricchezze del patrimonio culturale della Nazione».

Il percorso di visita è stato ampliato con l’introduzione di nuovi reperti restaurati mentre quello esistente è stato rivisitato con apparati multimediali e didattici. Per la prima volta gli allestimenti mettono insieme gli apparati decorativi delle ville marittime rinvenute sulla collina di Varano durante gli scavi di età borbonica e quelli scoperti da Libero D’Orsi a partire dal 1950.

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