Mariani esplora gli abissi del satanismo a Napoli e nel Vesuviano

Il libro «Mala Fede» di Taranto sarà presentato giovedì 7 marzo al Gran Caffè Napoli a Castellammare di Stabia

Indossa l’uniforme del Capitano Giulio Mariani il nuovo indiscusso protagonista del giallo e del noir italiano. Lo dicono i lettori, lo sottoscrive la critica. L’ufficiale dell’Arma nato dalla penna del giornalista di Torre Annunziata, Giovanni Taranto, giorno dopo giorno, conquista nuovi consensi fra migliaia di lettori in tutta Italia.

La sua terza indagine, «Mala fede» (Avagliano editore), in una manciata di mesi ha già conquistato il Premio Meridies per la letteratura, è stato al centro di un tavolo di discussione in Senato come esempio paradigmatico di corretta divulgazione dei temi della legalità e della lotta al crimine, ha chiuso il festival del noir di Pordenone e si è guadagnato un posto nella prestigiosa biblioteca di Harvard, nell’università di Cambridge (Massachusetts).

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Un onore, quest’ultimo, che era già toccato al secondo capitolo delle indagini di Mariani, «Requiem sull’ottava nota» (Avagliano editore), vincitore anche del premio Mysstery al festival nazionale del giallo e al centro di un progetto di lettura per i ragazzi di Nisida, sul delicatissimo tema del reclutamento dei minorenni. L’esordio del detective dei Carabinieri c’era stato con «La fiamma spezzata» (Avagliano, 2021).

Lucarelli: Mariani non è il solito detective da romanzo

«Mala fede» esplora gli abissi del satanismo a Napoli e nel Vesuviano, nonchè il rapporto distorto tra mafie e religione. Il massimo esponente del nor italiano, Carlo Lucarelli, senza esitazione definisce Mariani così: «Non è il solito detective da romanzo, è un vero e proprio uomo che cerca: inquieto, appassionato e tenace. Ironico e acuto. Soprattutto umano. E non è da solo. Nel romanzo ce ne sono tanti come lui, un bellissimo gruppo di personaggi, non solo tra gli investigatori, a cui affezionarsi».

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Avvincente la trama. Mariani, romano, al comando di una Compagnia ai piedi del Vesuvio, si trova faccia a faccia con un gruppo di misteriosi individui decisi a colpire al cuore uno dei centri più sacri della fede vesuviana: Pompei. Un piano diabolico per sottrarre un oggetto-simbolo caro a milioni di fedeli, oltraggiarlo e distruggerlo in nome di una perversa devozione all’oscurità.

Una vicenda che mescolerà misteriose sette e criminalità comune, agenti del Vaticano e incursioni della camorra. Un romanzo che propone anche un’attenta narrazione di eventi reali che hanno segnato il percorso di fede e nuova conversione di Bartolo Longo, figura carismatica del cattolicesimo vesuviano, ma dal passato molto oscuro.

Le presentazioni di «Mala fede» si susseguono in tutta la Penisola. Imminenti alcune in Campania, a Castellammare, Torre Annunziata, Pompei. Seguiranno a ruota Cagliari, Siena, Milano. E il Capitano Mariani sarà presto protagonista anche al Festival del Giallo di Napoli, al Salone internazionale del libro di Torino e al Festival del giornalismo d’inchiesta, a Ronchi dei legionari.

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