Batosta per Luca Zaia e Vincenzo De Luca
Respinto l’emendamento della Lega al dl elezioni sul terzo mandato per i governatori delle regioni. In commissione Affari costituzionali, dove il provvedimento è all’esame, si sono espressi contro la proposta di modifica leghista, Fratelli d’Italia e Forza Italia sostenuti da Pd, M5s, Avs. A sostegno della Lega ha votato Italia viva. Azione non ha partecipato al voto. In tutto ci sono stati 4 voti favorevoli, 16 contrari, un astensione e un non ha partecipato. La bocciatura potrebbe avere pesanti ripercussioni sui governatori Luca Zaia e Vincenzo De Luca, arrivati ormai verso la conclusione del secondo mandato. Entrambi aspirano a ripresentarsi alle elezioni come presidente di Regione.
Ciriani: si poteva discutere diversamente
«Questo è un tema su cui è normale pensarla in maniera diversa, si poteva approfondire la discussione, tutti eravamo disponibili, diciamo tra qualche mese, più calmi e in un altro contesto, in un’altra occasione, con un disegno di legge o comunque con un altro strumento. Era anche l’appello fatto dal presidente Fedriga, mi sembrava un appello ragionevole. Comunque sono cose che succedono, l’attività del governo non viene toccata da quello che è successo». Lo dice il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani. «Il Parlamento – aggiunge – potrebbe decidere di riaprire la discussione, certo che la decisione, cioè il dato politico, il voto che abbiamo registrato oggi, è piuttosto netto».
Gasparri: È finita meglio del previsto
«È finita ancora meglio del previsto: con 16 voti contrari su 22 membri della Commissione, in un clima di sereno confronto, non è stato approvato l’emendamento sul terzo mandato dei Presidenti delle Regioni, dopo che la Lega aveva ritirato l’emendamento sul terzo mandato dei sindaci. Significativo che il Partito democratico non abbia fatto proprio l’emendamento sul terzo mandato dei sindaci, in contrasto con i suoi esponenti del territorio che avevano intimato questa scelta» ha detto invece il Capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.
«La cosa si è svolta in un clima assolutamente tranquillo e sereno. Con il Pd che si arrampicava sugli specchi invocando una sorta di postuma inammissibilità dell’emendamento sulle Regioni e con il prevalere larghissimo di una posizione ragionevole che Forza Italia con pacatezza ha sempre sostenuto ed illustrato in questi giorni. É stata superiore l’attenzione mediatica sulla questione che non la portata del dibattito, che non ha creato nessuna lacerazione nella maggioranza. Si è trattato di un normale confronto su un tema da tempo al centro del dibattito che è stato affrontato senza alcuna conseguenza di natura politica. Alcuni hanno enfatizzato sui mezzi di comunicazione questo tema che, invece, forse non meritava tutto questo spazio. Comunque tutto è andato come io ho detto per molti giorni. Non ci sarebbero state sorprese, non ci sarebbero state fibrillazioni. Ho cercato di spiegarlo da giorni e giorni a quanti si accanivano alla ricerca di spaccature clamorose, ma evidentemente dire la verità non è sempre una scelta condivisa da tutti. Comunque è andata come avevo esattamente detto io», conclude