Lavoro nero, appalti irregolari e stop ai bandi: Governo studia stretta contro le stragi

di redazione

Un piano per rafforzare salute e sicurezza

Stretta sul lavoro nero e sugli appalti irregolari, fino allo stop dai bandi. Il governo mette a punto il piano per rafforzare salute e sicurezza sul lavoro: più sanzioni, anche penali, più ispettori e controlli, formazione e qualificazione delle imprese. Dopo la tragedia nel cantiere di Firenze dove hanno perso la vita cinque operai, l’obiettivo – condiviso da tutti – è quello di fermare la strage sul lavoro e contrastare il sommerso. L’esecutivo lavora ad un provvedimento organico che andrà al prossimo Consiglio dei ministri. E prima, lunedì 26 febbraio, vedrà i sindacati e le imprese, convocate a Palazzo Chigi a partire dalle 8.30.

Mentre Cgil e Uil scioperano e la Cisl si mobilita. Il quadro delle misure allo studio emerge al termine della riunione del Cdm che si apre con l’informativa della ministra del lavoro, Marina Calderone. Misure più severe: sul tavolo c’è l’interdizione dagli appalti da due a cinque anni in caso di gravi violazioni o di accertata responsabilità penale per reati in materia di salute e sicurezza. E per le imprese irregolari anche lo stop ai benefici fiscali e contributivi.

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In arrivo l’inasprimento delle sanzioni amministrative sul lavoro nero e irregolare e il ritorno di reati penali nell’appalto, subappalto e somministrazione illecita. Non si parla di introduzione del reato di omicidio sul lavoro, su cui si dice «contrario» il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che a tal proposito richiama l’esperienza dell’omicidio stradale, che «ha aumentato a dismisura la pena» e gli incidenti «non sono diminuiti ma aumentati». Si ragiona invece su una norma di coordinamento delle procure della Repubblica sulle attività di indagini.

I sindacati in piazza

Un tema rilanciato dai sindacati in piazza. I leader di Cgil e Uil, nella giornata dello sciopero di due ore proclamato insieme agli edili e ai metalmeccanici per dire «Mai più morti sul lavoro», manifestano proprio a Firenze nella zona del cantiere della tragedia. E chiedono al governo che si apra «una trattativa seria, di chiacchiere ne ho già sentite troppe», attacca Maurizio Landini, «non sia il solito film dove ci tengono mezz’ora a palazzo Chigi per poi fare quello che vogliono».

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Aspetto che evidenzia anche Pierpaolo Bombardieri: «Vorremmo dare il nostro contributo e avere testi scritti. Se il governo pensa di informarci su quello che ha già deciso siamo sulla strada sbagliata». Pronti ad andare avanti «se lunedì non parte una strada nuova, fino ad arrivare a manifestare a Roma», avverte Landini. Nel mirino gli appalti al massimo ribasso e i subappalti a cascata, la richiesta di investire di più sulla prevenzione, estendere le tutele previste negli appalti pubblici agli appalti privati, istituire la patente a punti.

La Cisl non sciopera ma dà il via ad una mobilitazione con assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori e lancia un «patto di responsabilità», insieme ad un decalogo di proposte, che impegni governo, istituzioni, enti e parti sociali in una «strategia nazionale» per «fermare la scia di sangue», dice Luigi Sbarra. Che apprezza l’incontro convocato per lunedì dal governo, «un bel segnale» per riavviare il confronto, che deve essere «strutturato e permanente».

L’aumento dei controlli

Aumentare i controlli è l’altro fronte su cui puntare. I dati confermano un quadro critico: nel 2023 nelle ispezioni in edilizia il livello di irregolarità è risultato pari al 76% e superiore all’85% nel caso di aziende impegnate in lavori collegati al Superbonus 110%, come riferisce Calderone al Cdm. La ministra fa il punto anche sugli ispettori – 3.198 dell’Ispettorato nazionale del lavoro, a cui si aggiunge il personale ispettivo del Nucleo carabinieri, dell’Inps e dell’Inail – e assicura che quest’anno sarà possibile fare il 40% in più di controlli rispetto al 2023. E che saranno sbloccate le assunzioni per incrementare di 500 unità il contingente dell’Inl.

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