Le indagini avviate dopo l’intrusione negli scavi di una persona estranea e non autorizzata
Erano incaricati di controllare la sala regia del parco archeologico di Pompei per evitare che di notte malintenzionati si introducessero all’interno degli scavi. Ciò nonostante in sedici mesi avrebbero per una quarantina di volte attestato la loro presenza, pur essendo assenti ingiustificati sul luogo di lavoro.
Per due persone, dipendenti del ministero della Cultura, è così scattato il divieto di dimora a Pompei: una misura cautelare – disposta dal gip, su richiesta della procura – eseguita dai carabinieri di Torre Annunziata e del posto fisso scavi.
I due, impegnati nella vigilanza e in servizio presso la sala regia del parco di Pompei, sono accusati di truffa aggravata continuata ai danni dello Stato, interruzione di un pubblico servizio e false attestazioni sulla propria presenza sul luogo di lavoro.
Le indagini, avviate dopo l’intrusione negli scavi di una persona estranea e non autorizzata, hanno permesso di accertare una quarantina di episodi tra maggio 2022 e agosto dell’anno seguente, in occasione dei quali i due, dopo aver regolarmente timbrato col badge magnetico che attestava la loro presenza sul posto di lavoro, si sarebbero invece allontanati per quelle che la Procura di Torre Annunziata – che indaga sul caso – definisce «finalità estranee al pubblico servizio».
In molti casi, stando sempre a quanto appurato dagli inquirenti, i due addetti alla vigilanza si sarebbero allontanati dalla sala regia per recarsi, con una brandina, in un locale attiguo ma non comunicante, comunque privo degli schermi per poter effettuare l’attività di vigilanza.