Governo, Giorgia Meloni agli agricoltori: esenzione Irpef per i più deboli

di Virginia Iadonisi

Il presidente del Consiglio: «Aumento delle risorse a favore del comparto c’è stato ed è stato rilevante»

«Non è la prima volta che ci incontriamo, ci siamo visti più volte in passato, ma io ritenevo importante rivedervi oggi per continuare a confrontarci ancora sulle politiche nazionali ed europee che interessano l’agricoltura e l’agroalimentare». Con queste parole il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha aperto i lavori del tavolo fra governo e organizzazioni agricole che si è tenuto nel pomeriggio a Palazzo Chigi.

«Parliamo di un settore strategico per la nostra economia – ha sottolineato Meloni – e che abbiamo messo al centro della nostra azione». «In questi mesi», ha aggiunto, sono state varate «misure estremamente concrete» e «credo che voi possiate riconoscere che l’aumento delle risorse a favore del comparto c’è stato ed è stato rilevante, seppur in una condizione difficile di bilancio, che anche voi conoscete bene».

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«In 16 mesi – ha proseguito Meloni – non è possibile fare i miracoli e correggere anni di scelte sbagliate, ma io credo che l’inversione di tendenza sia evidente. Penso alla scelta, nell’ambito della revisione del Pnrr, di aumentare i fondi destinati al settore agricolo da cinque a otto miliardi di euro per rilanciare gli investimenti per i contratti di filiera e aumentare l’indipendenza energetica dei produttori agricoli». Insomma, ha continuato il premier, «abbiamo lavorato per affrontare vecchi e nuovi problemi».

Il governo in Europa

«In Europa il governo ha difeso gli agricoltori e contestato fin dall’inizio le scelte sbagliate imposte dalla Commissione europea», ha ancora osservato il presidente del Consiglio, e «noi siamo sempre stati favorevoli alla difesa dell’ambiente e alla transizione ecologica, ma sempre nettamente e fermamente contrari a quella che è diventata una transizione ideologica, fatta da diktat e da regole frutto di posizioni ideologiche e per le quali si sacrifica la produzione, mettendo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile».

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«Il nostro governo – ha poi sottolineato Meloni – ha cambiato passo in Europa. E il nostro peso si è fatto sentire su tanti dossier sui quali l’orientamento è progressivamente cambiato e sui quali sta progressivamente prevalendo il buon senso. Penso alle norme sulle emissioni, sul packaging, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria. Certo, non tutte le questioni sono risolte, la nostra attenzione rimarrà ovviamente alta, ma io credo che il cambio di marcia sia evidente».

«E sono fiera di dire che è anche una vittoria del governo italiano la scelta della Commissione europea di ritirare la proposta legislatura sui fitofarmaci. Su questo siamo riusciti a convincere la Commissione che eliminare i fitofarmaci così come si voleva fare non avrebbe comportato una riduzione dell’inquinamento, ma solo avvantaggiato altre economie rispetto a quella europea».

Il cibo sintetico

Meloni ha poi aggiunto: «Non dimentico, ovviamente, il tema che riguarda lo stop al cibo sintetico. Misura sulla quale siamo stati contestati, ci hanno tacciato di ogni nefandezza, ma sulla quale avevamo ragione. L’Italia ha fatto da capofila e ha animato una maggioranza di 17 Nazioni che sta appoggiando la nostra posizione e dice insieme a noi che la carne sintetica, la carne prodotta in laboratorio, è una minaccia dal punto di vista etico, sociale, ambientale e per la salute».

«Ecco, io credo che a difesa del settore serva anche un blocco europeo al cibo a base cellulare prodotto in laboratorio. Su questo continueremo a batterci batteremo per una legge europea. Inoltre, ed è un’altra priorità, che serva un cambio di passo sulla Politica Agricola Comunitaria, che preveda più semplificazione nell’erogazione degli aiuti, il no ai tagli finanziari, lo stop agli aiuti per non produrre, un maggiore sostegno ai giovani».

«Vogliamo affrontare il tema, molto importante, dei costi di produzione. Vogliamo impedire la vendita sotto i costi di produzione e riconoscere il giusto prezzo agli agricoltori», ha evidenziato Meloni. «L’esenzione Irpef è stata negli anni passati una misura iniqua – ha continuato – e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati. La proposta del governo è quella di aiutare gli agricoltori che ne hanno bisogno limitando l’esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di diecimila euro. In altre parole, l’esenzione dell’Irpef deve essere un intervento per i più deboli che risulti un sostegno concreto a chi produce e non un privilegio».

Le proposte di Coldiretti

Nel corso dell’incontro, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha presentato un documento al governo con delle proposte che spaziano dal ripristino dell’esenzione Irpef agli aiuti per le filiere in crisi fino alla moratoria sui debiti.

«Come richiesto nei mesi scorsi – ha detto Prandini – è importante poter ripristinare l’esenzione Irpef agricola e lo sgravio contributivo per le nuove imprese agricole aperte da giovani. Importante è l’annuncio dell’inserimento nel Milleproroghe della proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli, come richiesto da Coldiretti. Ma serve lo stop anche alle vendite sotto i costi di produzione e più controlli contro le pratiche sleali».

«Noi – ha poi osservato Prandini – siamo la principale organizzazione di rappresentanza in Italia e in Europa, e dobbiamo anche saper tramutare quelle che sono le proposte in progetti e in risposte, non ci possiamo limitare a evidenziare quelle che sono le proposte. Rispetto chiunque voglia fare una manifestazione, vorrei sottolineare che noi in quattro giorni abbiamo incontrato sul territorio più di 40mila imprese».

Lollobrigida: si interviene sui deboli e quelli che non ce la fanno

Uscendo da Palazzo Chigi, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha affermato: «Credo che l’incontro sia andato molto bene e ringrazio i miei colleghi ministri che insieme alla presidente Meloni, e ovviamente a me come il ministro del settore, hanno lavorato».

«L’Irpef così com’era stata proposta negli anni passati ha creato dei disequilibri tra italiani, per cui in un momento in cui bisogna sostenere, si interviene sui deboli e quelli che non ce la fanno, mentre dai dati che ha illustrato il ministro Giorgetti noi avevamo italiani che è giusto continuare a esentare da questo pagamento in questo momento di difficoltà, ma anche italiani che sono stati esentati dall’Irpef che invece hanno dei redditi non superiori alla media degli italiani, ma superiori alla media dei più ricchi tra gli italiani e questa non è equità fiscale».

«Riteniamo quindi che qualsiasi provvedimento che sia possibile realizzare debba guardare prima ai deboli e poi a chi invece è in una condizione di serenità dal punto di vista imprenditoriale», ha aggiunto garantendo che «non interrompiamo la nostra dialettica con chiunque intenda proporci, consigliarci, o da noi ricevere una rendicontazione puntuale di quello che è il lavoro che facciamo per questo settore».

«Anche oggi – ha precisato Lollobrigida – ci sarà un incontro con i rappresentanti di imprenditori agricoli che hanno deciso di manifestare il loro disagio e devo dire che dall’inizio lo hanno fatto, per la maggior parte, con la volontà di affrontare questo problema e renderlo centrale e anche con la chiarezza di chi sa che il governo può essere loro alleato nella volontà di modificare alcune follie che sono state in questi anni considerate dei dogmi, come quello dell’agricoltore nemico dell’ambiente, cose che non stanno né in cielo né in terra».

Le regole rigide dell’Europa

«Il vero problema che l’Europa non si è posta – ha osservato il ministro Lollobrigida – è quello di imporre regole rigide ai nostri imprenditori agricoli in un mercato globale in cui, quando tu imponi regole in nome della sostenibilità ambientale che diminuiscono la produzione, queste intanto inducono, a parità di consumo, a dover comprare da chi quelle regole non le rispetta».

Tajani: accelerare i tempi per l’approvazione delle norme sulla caccia

«È stato un incontro molto positivo, abbiamo ascoltato le richieste delle organizzazioni agricole e credo che la quota di esenzione dell’Irpef fino a 10mila euro si possa ripristinare», ha spiegato ai giornalisti il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «Credo che si debbano accelerare anche i tempi per l’approvazione delle norme sulla caccia perché gli animali selvatici producono gravi danni all’agricoltura», ha aggiunto.

«Ho anche detto che secondo me bisogna lavorare a un accesso al credito che permetta alle imprese agricole di risolvere alcuni problemi di ritardi di pagamento. Su questo si potrebbe fare un tavolo con Cdp e Abi. Poi c’è la questione lavoro sulla quale si potrebbe trovare una soluzione con il ministro Calderone». «Serve un cambio di marcia, serve una visione strategica, non serve il rimedio al problema di oggi e non serve soltanto lanciare un messaggio a chi manifesta. Serve parlare con la maggioranza del mondo agricolo per avere una prospettiva che permetta all’agricoltura di rappresentare un settore portante dell’economia».

«Questo governo e Forza Italia – ha aggiunto Tajani – sono assolutamente al fianco del mondo agricolo, certamente non possiamo condividere le violenze che ci sono state a Bruxelles, ma i problemi si risolvono dialogando come noi abbiamo sempre fatto».

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