La vittima colpita con calci e pugni al volto
«Domani mattina, se non mi porti i 30mila, mi prendo la casa, ti caccio a te, tua moglie e ai tuoi figli e ti ‘scamazzo’ (schiaccio, ndr) sotto un pullman»: fu il primo a colpire l’imprenditore vittima di estorsione, il reggente del clan Mazzarella Luciano Barattolo, durante l’aggressione del 19 aprile 2023, nel «parchetto» del rione Luzzatti, a Napoli.
La circostanza emerge dalle indagini della Polizia di Stato e della Dda di Napoli che hanno consentito di arrestare tredici persone ritenute legate al cartello malavitoso composto dalle famiglie Mazzarella-Caldarelli-Buonerba.
«Noi rischiamo la galera e tu vuoi fare le truffe?» urlò Barattolo all’imprenditore prima di un ceffone in pieno viso a cui seguirono le percosse inferte dalle 10-15 persne che l’avevano accerchiato. Secondo quanto emerso dalle indagini la vittima venne presa di mira da una donna, Lucia Basile, 36 anni (arrestata e messa ai domiciliari) non legata alla criminalità organizzata, che, malgrado si fosse prima rivolta a un avvocato per vedersi riconoscere un risarcimento per i lavori di ristrutturazione parzialmente eseguiti dall’imprenditore, alla fine ha preferito coinvolgere la camorra per ottenere il rimborso.
La vittima venne convocata con un messaggio WhatsApp e una volta arrivato sul luogo dell’appuntamento picchiato in primis dal reggente del clan Mazzarella Luciano Barattolo, e poi a seguire da tutti gli altri, con calci e pugni al volto, all’orecchio al tronco e alle gambe.