La storia di Lorenzo: non può andare a scuola, i compagni di classe disertano i banchi

di Fabio Maresca

Un bambino disabile di 6 anni di Pozzuoli avrebbe bisogno di assistenza

La storia di Lorenzo è quella di una marea di solidarietà, quella di genitori e bambini che si stringono attorno al loro compagno. E che chiedono pari dignità: lui deve andare a scuola come tutti gli altri. E se non ci va lui non ci andiamo nemmeno noi. Per 180 bambini di una scuola primaria di Pozzuoli, allora, niente scuola. Lezioni saltate, ma non perché per loro ci sia qualche tipo di problema. La questione riguarda invece il loro compagno. La vicenda è quella di Lorenzo, un bambino disabile di 6 anni di Pozzuoli.

Il piccolo è affetto da Sma, una malattia neuromuscolare rara che comporta una sovrapproduzione di saliva e per questo la presenza di una figura esperta accanto a lui risulta indispensabile per un eventuale soccorso immediato. Per frequentare ha bisogno dunque di un’assistenza particolare. E se un giorno la mamma non può stare in classe lui non può andare a scuola. Servirebbe, per risolvere il problema, un infermiere specializzato che possa intervenire immediatamente in caso di bisogno. Finora ci ha pensato sempre lei, la mamma. Una soluzione provvisoria che è diventata definitiva. Insostenibile.

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Perché non ricorrere ad un infermiere specializzato?

La mamma riferisce di aver evidenziato il problema da tempo alla Asl ed alla scuola ma che nessun intervento sarebbe stato effettuato. La dirigente scolastica assicura che c’è la volontà concreta della ricerca di una soluzione per la quale già si sta lavorando. Per dar forza alla ‘protesta’ della famiglia di Lorenzo si sono schierati tutti gli altri genitori che hanno aderito allo ‘sciopero’ dalle lezioni.

Toni Nocchetti, presidente di ‘Tutti a Scuola’, l’associazione che si occupa dei problemi della disabilità e dell’istruzione negata, sottolinea che la situazione di Lorenzo era nota da quando sono state fatte le iscrizioni.

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«La sua – spiega – è una storia terribile per l’incapacità di individuare una soluzione che invece sarebbe possibile ma è anche una vicenda bellissima perchè racconta della solidarietà di tanti genitori e bambini che gli si sono stretti accanto». Concretamente, si potrebbe «individuare un infermiere che venga reperito nel personale della Asl o con un accordo di programma tra Amministrazione comunale e scuola. Basterebbe sedersi a un tavolo». Nel frattempo, la ‘protesta’ degli altri genitori potrebbe essere prolungata anche la prossima settimana. Mentre, annuncia ancora Nocchetti, in una scuola dell’infanzia di Napoli ci si prepara a uno ‘sciopero’ della gita se non ci sarà un bus con l’apposito scivolo che consenta la partecipazione di un alunno disabile.

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