Intanto, l’Europa, con una lettera a Sangiuliano, si è complimentata per la capacità di spesa sulla cultura
Si presentano come progressisti, ma forse – alla luce delle politiche portate avanti – sarebbe più indicato definirli regressisti, anzi, meglio ancora «statusquoisti». Bruttissimo termine ne sono consapevole, ma – a mio parere – è quello che li definisce meglio. Incapaci di uscire dal passato per mancanza di idee per costruire il futuro, cercano tutte le strade possibili ed immaginabili, per denigrare il presente, nella speranza di convincere i cittadini – che ritengono pecorelle smarrite da recuperare – a rientrare nell’ovile freddo e buio nel quale li avevano ristretto agitando il fantasma dell’uomo nero fino a settembre 2023.
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L’ennesimo teatrino
Non è un caso se – approfittando delle braccia tese di Acca Larentia, per commemorare i ragazzi del fdg Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni morti il 7 gennaio del 1978 – i signori del Pd hanno voluto (forse è meglio dire, imposto) che a Strasburgo, in sede di assemblea plenaria, si svolgesse l’ennesimo teatrino per rilanciare l’allarme camicie nere e braccia tese. Per poi consentire ai media e, soprattutto ai loro pseudo-giornal(i)oni, «Stampa» e Repubblica», ormai ridotti a giornalini di periferia, di sparare a «nove colonnette» che l’Europa teme un nuovo rischio fascismo. E, poi, accusano la Meloni di fare la vittimista. Ma che facce di bronzo!
Ma sono stati costretti a registrare l’ennesimo flop. Dei 700 europarlamentari in aula ce n’erano soltanto lo 0,3% ovvero appena 20. Gli altri avevano preferito andarsi a «strafogare» un piatto calo.
Ma ci facciano il piacere – anzi, lo facciano agli italiani – Elly Schlein, Brando Benifei (per chi non lo conoscesse, il capo delegazione Pd al Parlamento europeo), M5s e compagnia cantando. Benifei ha detto che «quanto accaduto è uno sfregio che fatto il giro del mondo».
C’è da ritenere allora (dal momento che questo sfregio si ripete ormai da oltre 40 anni, durante i quali hanno governato, per altro – dal 2011 al 2022 – non per aver vinto le elezioni, bensì grazie a «rivolte dei baroni» guidate da Napolitano prima e Mattarella dopo) che anche ai premier susseguitisi in questi 11 anni: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi – magari senza farlo sapere in giro – abbiano chiesto conto del perché ne avessero consentito lo svolgimento della manifestazione. Assolutamente, no! In fondo, erano e sono loro compagni di merenda. Ma se è così, il rischio regime c’è.
Al lupo al lupo
E viene proprio da quelli che gridano «al lupo al lupo» contro Meloni e FdI. Perché continuano a presentarsi come il «Valentino» del Pascoli, «vestito di nuovo, come le brocche dei biancospini»! Senza rendersi conto di essere – con le loro proposte del nulla vestite – venuti a noia agli italiani. Tant’è che la Meloni, il governo, e il centrodestra continuano a crescere (vedi il sondaggio la7 di lunedì scorso) e lorsinistri continuano a crollare) visto il vuoto pneumatico dell’aula plenaria di Strasburgo anche all’Europa.
L’elogio all’Italia
Tutto questo, mentre (per dirla parafrasando Totò) la stessa medesima Europa elogia l’Italia – quella che non fa chiacchiere – ma lavora, investe e sa far tesoro dei fondi Pnrr della cultura. Tant’è che, la commissaria Ue alla Cultura, Iliana Ivanova, ha fatto pervenire al ministro Gennaro Sangiuliano, una lettera per complimentarsi con l’Italia per la capacità di spesa del Pnrr sulla Cultura.
«Apprezzamento – ha sostenuto il ministro – di cui non tutti i Paesi comunitari possono vantare». «E lo dico – ha aggiunto – non senza un po’ d’orgoglio e non prima di aver letto che dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 abbiamo soltanto il 37%, mi rammarico avremmo dovuto spendere il 100%. Come, finora, ho fatto io al Ministero e come prometto di fare in futuro. Quello che è stato stanziato in Campania sarà speso fino all’ultimo millesimo». Un impegno che si è assunto con gli studenti italiani attraverso colleghi del Liceo classico e scientifico «Francesco Sbordone» di Napoli. Una ragione in più, per non mancare!